Un cambiamento significativo investe il settore del lavoro domestico in Italia. Con l’entrata in vigore del nuovo contratto collettivo nazionale prevista per novembre 2025, i professionisti del settore, tra cui colf, badanti e babysitter, possono attendere un miglioramento tangibile delle loro condizioni economiche. Questo aggiornamento del contratto si traduce in un incremento delle retribuzioni, con un aumento complessivo di oltre 230 euro mensili, distribuiti in modo progressivo e in risposta all’inflazione.
Riconoscimenti economici e tutele
Il nuovo contratto non rappresenta solo un adeguamento alle spese quotidiane, ma segna un vero e proprio cambio di paradigma nella valorizzazione del lavoro domestico. Si prevede un incremento mensile di 100 euro per i lavoratori di livello BS, suddiviso tra il 2026 e il 2028: 40 euro nel 2026, 30 euro e due incrementi da 15 euro nel 2028. A questo si aggiungeranno oltre 135 euro per compensare l’aumento dei costi della vita, con l’intento di allineare le retribuzioni a standard più equi.
Meccanismi di adeguamento automatico
Una delle novità più rilevanti è l’introduzione di un meccanismo di rivalutazione automatica delle retribuzioni, ora legato all’indice Istat, che passa dall’80% al 90%. Questo cambiamento mira a proteggere il potere d’acquisto dei lavoratori, garantendo che le loro retribuzioni non vengano erose dall’inflazione. Non si tratta, dunque, di un semplice adeguamento, ma di una strategia mirata a garantire la sostenibilità sociale nel lungo periodo.
Un settore in evoluzione
Oltre agli aumenti salariali, anche la retribuzione minima subirà un incremento, interrompendo un lungo periodo di stagnazione che durava dal 2013. Questo intervento è cruciale per migliorare la qualità del lavoro domestico, rendendo il settore più attrattivo e dignitoso per chi offre i propri servizi. Un ambiente di lavoro più equo non solo beneficia i lavoratori, ma anche le famiglie che possono contare su assistenza professionale e qualificata.
Equità e sostenibilità
Il nuovo impianto normativo si propone di bilanciare le esigenze delle famiglie con quelle dei lavoratori, creando un sistema che promuove l’equità e la sostenibilità economica. L’armonizzazione tra efficienza e protezione sociale è fondamentale, e l’adozione di politiche più inclusive rappresenta un passo importante verso la modernizzazione del lavoro domestico in Italia.
L’approvazione di questo nuovo contratto collettivo nazionale è un segnale di attenzione verso un settore fondamentale per la vita quotidiana delle famiglie italiane. Con questi cambiamenti, il lavoro domestico non sarà più visto semplicemente come un’occupazione precaria, ma come una professione rispettabile, con diritti e tutele adeguate.
