Negli ultimi mesi, il panorama delle banche centrali ha visto un susseguirsi di decisioni significative. In particolare, la Federal Reserve ha optato per un allentamento della propria politica monetaria, proseguendo su questa strada per la terza volta consecutiva durante la riunione del 10 dicembre. Tuttavia, le decisioni delle altre istituzioni, come la Bank of England (BoE), la Banca Centrale Europea (ECB) e la Bank of Japan (BoJ), sono attese con particolare attenzione in questa settimana.
Le aspettative delle banche centrali
La BoE è attesa a un possibile taglio dei tassi di interesse, mentre l’ECB dovrebbe mantenere i tassi invariati, e la BoJ potrebbe invece optare per un incremento. Queste scelte giungono in un contesto di crescita economica resiliente, che ha portato le banche centrali a operare con cautela. La maggior parte degli analisti prevede una continua stabilità, con tagli minimi per la BoE e nessun cambiamento per l’ECB, mentre la BoJ procederà con un aumento moderato.
Il contesto inflazionistico
Nonostante l’inflazione si mantenga attorno al target del 2%, recenti dati mostrano una flessione, con un tasso dell’2,2% su base annua a novembre, previsto scendere ulteriormente nei prossimi mesi. Il momentum di crescita, che ha registrato un incremento dello 0,3% nel terzo trimestre, è previsto continuare anche nel quarto trimestre. Stime suggeriscono una crescita annua media del 1,6% nel 2026, sostenendo una visione più conservativa da parte dell’ECB, che potrebbe non prevedere ulteriori riduzioni dei tassi, ma piuttosto un possibile aumento nel terzo trimestre del 2027.
Il caso della Bank of England
Nel Regno Unito, la BoE affronta una situazione complessa: nonostante l’inflazione abbia superato il 2% dal 2025, la banca cerca di evitare un ritorno a una spirale deflazionistica. Con una contrazione del 0,1% del PIL a ottobre e un tasso di disoccupazione al 5,1%, le prospettive di un ulteriore taglio dei tassi sembrano inevitabili. Tuttavia, le attese sono per un processo graduale, con un solo taglio previsto nel primo trimestre del 2026.
Le sfide della Bank of Japan
La BoJ, dal canto suo, sta navigando tra le incertezze. Con una crescita prevista dello 0,7% nel 2026, la banca centrale sta procedendo con cautela, nonostante l’inflazione abbia superato il 2%. Le pressioni sui tassi obbligazionari, già in aumento, pongono ulteriori sfide alla BoJ. L’anno scorso, la BoJ ha interrotto il controllo della curva dei rendimenti, ma l’innalzamento dei tassi potrebbe aggravare la pressione sui rendimenti a lungo termine.
Le ripercussioni sui mercati
In un contesto di politiche monetarie neutrali, è probabile che le pressioni sui tassi sovrani a lungo termine aumentino. Le previsioni suggeriscono che i rendimenti dei Bund decennali possano superare il 3% nella seconda metà del 2026, con conseguenze significative per i mercati. In questo scenario, le azioni delle banche italiane stanno beneficiando della stabilità dei tassi nell’area euro, con un aumento della loro redditività attesa.
Il panorama delle politiche monetarie è complesso e in continua evoluzione. Le decisioni delle banche centrali non solo influiscono sulle loro economie locali, ma hanno anche ripercussioni significative sui mercati globali. La cautela rimane la parola d’ordine mentre queste istituzioni cercano di navigare tra crescita e inflazione.
