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Analisi dell’inflazione: come il PPI influisce sul CPI

Hai mai sentito parlare del Prezzo alla Produzione (PPI) e dell’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI)? Bene, l’ultimo aumento significativo del PPI ha riacceso il dibattito su come queste due metriche economiche possano influenzarsi a vicenda. Mentre alcuni esperti hanno opinioni contrastanti, è fondamentale esaminare con attenzione il loro legame, soprattutto nel contesto economico attuale.

Relazione tra PPI e CPI

Quando parliamo della relazione tra PPI e CPI, ci troviamo di fronte a un argomento piuttosto controverso. Ad esempio, Clark nel 1995 ha messo in dubbio l’idea che il PPI potesse davvero prevedere il CPI. Tuttavia, studi più recenti, come quello di Caporale et al. nel 2002, hanno mostrato che nei paesi del G7 il PPI tende a precedere il CPI. Ma quali sono le implicazioni di queste affermazioni nel contesto economico attuale? Vale la pena rifletterci, soprattutto considerando le ultime revisioni del PPI.

Secondo un recente studio di Williams (Empirical Economics, 2024), «identifichiamo diverse serie di PPI disaggregati che influenzano unidirezionalmente l’inflazione dei prezzi al consumo, fornendo informazioni preziose per i previsori e i responsabili delle politiche». In altre parole, alcune categorie specifiche del PPI possono avere un impatto notevole sull’andamento dell’inflazione dei prezzi al consumo. Williams sottolinea che «tre specifiche categorie di indici dei prezzi alla produzione rappresentano circa due terzi della variazione delle previsioni di inflazione dei prezzi al consumo nel periodo 2012-2021». Non è affascinante come i numeri raccontino storie così complesse?

Le categorie chiave del PPI

Ma quali sono queste categorie chiave di PPI? Williams ne identifica tre: WPU05 (carburanti e prodotti correlati), WPU10 (metalli e prodotti metallici) e WPU12 (mobili e beni durevoli per la casa). Negli ultimi dieci mesi, abbiamo monitorato questi indici e confrontato il loro andamento con il CPI. I risultati mostrano che il PPI per i carburanti presenta una variabilità molto maggiore rispetto a quello per i mobili e i metalli. Questo rende complicato stabilire una relazione chiara con il CPI, soprattutto in un campione così ristretto. Tuttavia, questo non è necessariamente un ostacolo alla nostra analisi, dato che attualmente non ci sono tariffe applicate al petrolio greggio.

Esaminando i dati aggregati del PPI e del CPI, emerge chiaramente la difficoltà di identificare una relazione diretta, oltre alla questione della causalità di Granger. Infatti, il tracciamento è complicato dall’andamento divergente di questi due indici. Ti sei mai chiesto perché sia così difficile trovare un nesso tra questi dati? È un tema che merita attenzione.

Implicazioni per le previsioni future

Anche se non abbiamo replicato l’analisi che prevede l’inflazione CPI per agosto 2025, è evidente che l’aumento dei PPI nei metalli e nei mobili suggerisce una possibile pressione al rialzo sul CPI. I dati attuali indicano un incremento dell’inflazione, il che potrebbe avere ripercussioni significative sulle decisioni di politica monetaria e fiscale. Cosa significa tutto ciò per gli investitori e per chiunque si interessi all’economia?

In conclusione, la relazione tra PPI e CPI è complessa e multifattoriale. Continuare a monitorare queste dinamiche sarà essenziale per comprendere le future tendenze inflazionistiche e le loro implicazioni per l’economia globale. Sei pronto a scoprire di più su questo affascinante argomento?

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