Le dimore fastose, le degustazioni di vino pregiati, le sedute di yoga e il personal trainer, non potranno più essere oggetto di sconti da parte del Fisco per l’ente associativo che, pur non perseguendo scopi di lucro, li garantisce in quanto servizi ai propri soci.
Il Fisco ha, infatti, stabilito che tutte le spese rientranti in queste categorie devono essere considerate ai fine delle imposte sul reddito e dell’Iva, poichè si tratta di corrispettivi diversificati e quantificati in ragione anche della tipologia delle unità abitative e della pluralità dei servizi fruiti.
A chiarirlo la risoluzione 141/E, diffusa oggi, con la quale l’Agenzia delle Entrate risponde al quesito presentato da un’associazione che chiedeva di conoscere il trattamento tributario, ai fini Iva e dell’imposta sui redditi, da riservare alle somme che riceverà dagli associati, in vista dell’acquisto di appartamenti di pregio, facenti parte d’un complesso storico immobiliare, in cui i soci potranno soggiornare.