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Cassa Integrazione per 6.000 Ex Lavoratori Ilva: Aggiornamenti e Novità Importanti

La crisi che attraversa l’ex Ilva di Taranto è in fase di aggravamento, con previsioni di un aumento significativo dei lavoratori in cassa integrazione. Secondo le ultime informazioni, entro febbraio il numero di dipendenti in cassa integrazione potrebbe raggiungere le 6.000 unità, un dato che rappresenta una preoccupante escalation rispetto ai 4.500 attuali.

Il contesto attuale

Durante un incontro tra il governo e i sindacati, il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha presentato un piano d’azione che prevede l’estensione della cassa integrazione per 5.700 lavoratori a partire dal 15 novembre. Questa misura è motivata dalla necessità di affrontare il fermo delle cokerie, un processo che si inserisce nel più ampio piano di decarbonizzazione dell’impianto.

Le reazioni sindacali

Le organizzazioni sindacali hanno espresso forte preoccupazione, denunciando la mancanza di proposte concrete per il rilancio dell’azienda e per garantire un futuro ai lavoratori. Michele De Palma, segretario generale della Fiom, ha affermato che il governo ha presentato un piano di chiusura, lasciando senza risposte le istanze dei dipendenti. La situazione è ulteriormente aggravata dalla mancanza di un piano industriale definito e dalla scarsità di dettagli sulle gare aperte.

Le prospettive per il futuro

Attualmente, il numero di lavoratori effettivi nello stabilimento di Taranto è di circa 7.938 unità, suddivisi tra operai, quadri e personale equiparato. Tuttavia, con l’aumento previsto della cassa integrazione, si teme che molti di questi lavoratori possano trovarsi in una situazione lavorativa precaria. La decisione del governo di aumentare il numero di persone in cassa integrazione è stata accolta con scetticismo, poiché non ci sono garanzie su come verranno gestite le operazioni aziendali in questa fase di transizione.

Il ruolo del governo e delle parti sociali

Il governo ha espresso rammarico per l’interruzione del confronto con le organizzazioni sindacali, sottolineando la volontà di continuare il dialogo per affrontare le problematiche legate alla gestione dell’ex Ilva. Durante l’incontro, erano presenti anche il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, e altri rappresentanti di Invitalia e dei commissari straordinari. Nonostante le dichiarazioni di disponibilità al dialogo, i sindacati hanno deciso di interrompere le trattative, ritenendo le proposte inaccettabili e insufficienti per garantire un futuro ai lavoratori.

La situazione all’ex Ilva di Taranto è caratterizzata da una crescente incertezza, con migliaia di lavoratori a rischio di trovarsi senza un’occupazione stabile. Le misure di cassa integrazione, sebbene necessarie in questa fase, non sembrano offrire una soluzione a lungo termine, e le prospettive di rilancio dell’azienda restano nebulose. I sindacati si preparano a mobilitarsi, informando i lavoratori sulle prossime azioni da intraprendere per contrastare le scelte del governo.

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