Chiara Ferragni, l’influencer che ha conquistato oltre 25 milioni di follower, si trova ora al centro di una controversia legale che potrebbe avere ripercussioni significative. Dopo il clamore del “Pandoro-gate”, la Ferragni è accusata di aver manipolato il bilancio 2023 della sua società, Fenice Srl. Ma cosa c’è di vero in queste accuse? L’ipotesi è che questo piano mirasse a estromettere soci considerati “scomodi” per garantirsi il pieno controllo dell’azienda. Le conseguenze di questa situazione potrebbero rivelarsi devastanti, non solo per la sua reputazione, ma anche per il futuro della sua impresa.
Le accuse del socio di minoranza
Secondo quanto riportato dall’agenzia Radiocor, il socio di minoranza Pasquale Morgese ha presentato un ricorso al Tribunale di Milano per contestare il bilancio 2023 e annullare le delibere approvate nell’assemblea di marzo. Tra queste, spicca l’aumento di capitale che ha permesso alla Ferragni di acquisire il 99,8% della società. I legali di Morgese sostengono che il bilancio sia stato redatto in modo da presentare una “perdita fittizia o quantomeno eccessiva”, insinuando che i dati economici siano stati manipolati per dare l’impressione di una crisi finanziaria totale. Ma perché un’operazione del genere? Si tratta davvero di una strategia per mantenere il controllo?
In particolare, Morgese accusa Ferragni di non aver riportato correttamente le poste attive e di aver enfatizzato le passività, attraverso “abnormi e abusive” appostazioni di fondi per rischi legali. Questa strategia, secondo la sua tesi, avrebbe avuto come obiettivo quello di giustificare un reset della compagine societaria, favorendo così la Ferragni. Ci si chiede: quali saranno le conseguenze se queste accuse dovessero rivelarsi fondate?
Il contesto economico di Fenice Srl
Il bilancio di Fenice Srl ha registrato un rosso cumulato di circa 10,2 milioni di euro per il 2023 e i primi mesi del 2024. Ma non è tutto: Morgese ha messo in evidenza l’assenza dei conti della controllata Fenice Retail, che gestiva il negozio di Roma poi liquidato. Questo, a suo avviso, rappresenta una grave mancanza, aggravando ulteriormente la situazione della società. Non dimentichiamo che Alchimia, un ex socio che aveva inizialmente sostenuto l’operazione, è ora accusata di aver ritirato il proprio sostegno, contribuendo alla crisi attuale. Come si evolverà questo intricato scenario?
Prossimi passi e sviluppi legali
La prima udienza è prevista per il 28 novembre presso il Tribunale di Milano. In quella sede si discuterà della richiesta di invalidare tutte le delibere dell’assemblea, incluso l’approvazione del bilancio e le operazioni di ricapitalizzazione. Se il giudice accoglierà il ricorso, Fenice Srl potrebbe essere costretta a rivedere il bilancio e a convocare nuovamente l’assemblea per ristrutturare la società. Ma quali scenari potrebbero aprirsi in seguito a questa udienza?
In aggiunta a questa controversia, Ferragni deve affrontare una causa di risarcimento danni da 5,9 milioni di euro avviata da Safilo, che ha resciso il contratto di licenza a dicembre 2023 a seguito del “Pandoro-gate”. Fenice Srl, dal canto suo, contesta la legittimità del recesso, chiedendo a sua volta 3,65 milioni di euro a Safilo per importi dovuti. Questa serie di eventi legali mette in luce un periodo particolarmente turbolento per Chiara Ferragni. Le accuse di manipolazione del bilancio e i contenziosi con partner commerciali sollevano interrogativi inquietanti sul futuro della sua azienda e sulla sua immagine, già provata da recenti controversie. Riuscirà a risollevarsi da questa tempesta?