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Dazi Statunitensi sulla Pasta Italiana: Rischi per l’Export e Aumento dei Costi per i Produttori

L’introduzione di un dazio record del 107% da parte degli Stati Uniti sulla pasta italiana ha suscitato forte preoccupazione tra produttori e consumatori. Questa misura, che prevede un’ulteriore tariffa del 91,74% per pratiche commerciali scorrette, si somma al già esistente 15%, con potenziali conseguenze devastanti per il mercato italiano.

Le autorità americane accusano le aziende italiane di utilizzare metodi commerciali inadeguati. Nel contempo, cresce il timore che i produttori possano trasferire le perdite sui consumatori italiani, incrementando i prezzi della pasta. Attualmente, il costo medio di un chilo di pasta è di 1,84 euro, con un incremento di oltre il 24% rispetto a due anni fa.

Implicazioni economiche per il settore

Aziende di spicco, tra cui nomi prestigiosi come La Molisana e Garofalo, esprimono preoccupazione per l’impatto che questa decisione avrà sul fatturato internazionale e sulla reputazione del made in Italy. Solo nell’ultimo anno, il settore ha realizzato esportazioni per oltre 671 milioni di euro verso gli Stati Uniti, dimostrando l’importanza economica di questo mercato.

Rischi di surplus e aumento dei prezzi

Coldiretti, l’associazione degli agricoltori, avverte che se le vendite all’estero dovessero diminuire, il mercato interno potrebbe trovarsi in una situazione di sovrabbondanza. Questo surplus potrebbe causare ulteriori aumenti di prezzo, aggravando le difficoltà per le famiglie italiane già provate da un costo della vita crescente.

Reazioni delle istituzioni italiane

In risposta a questa situazione, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha denunciato il protezionismo eccessivo degli Stati Uniti, promettendo di mantenere alta l’attenzione sulla questione. Nel frattempo, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha avviato una task force per trattare con le autorità americane, nella speranza di evitare danni a lungo termine per il settore.

Preoccupazioni per il futuro

Il timore di affrontare un ulteriore aumento dei dazi nel 2026 preoccupa tanto i produttori quanto i consumatori, che considerano la pasta un alimento essenziale. In un contesto di tensione commerciale, questa situazione potrebbe portare a ulteriori restrizioni o sanzioni reciproche, aggravando la crisi.

Anche Assoutenti ha lanciato l’allerta, sottolineando che i rincari previsti potrebbero aggravare ulteriormente il già elevato costo della vita. Con un mercato globale sempre più competitivo, la competitività dei prodotti italiani rischia di essere compromessa, dando spazio a imitazioni a basso costo e minando la fiducia dei consumatori verso la qualità delle produzioni nazionali.

È cruciale seguire attentamente gli sviluppi e cercare soluzioni efficaci per proteggere il settore agroalimentare, affinché la pasta italiana continui a rappresentare un simbolo di qualità e tradizione.

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