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Decreto Irpef approvato: impatti e novità per il 2025

AGGIORNAMENTO ORE 12:30 – La Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo al decreto Irpef, un provvedimento fondamentale che introduce disposizioni urgenti per gli acconti Irpef del 2025. Con un voto che ha visto 153 favorevoli, nessun contrario e 101 astenuti, il decreto, già approvato dal Senato, diventa legge. Ma cosa significa realmente questa misura per i contribuenti? È una risposta alle esigenze di un ceto medio sempre più sotto pressione fiscale, eppure gli esperti avvertono: serviranno tra 2,5 e 4 miliardi di euro per attuare un vero taglio delle aliquote. Possibile che il governo non avesse previsto questa necessità?

Impatto delle modifiche sul ceto medio

Il decreto Irpef è concepito per sostenere il ceto medio, ma i risultati del concordato fiscale non sembrano all’altezza delle aspettative. La raccolta è stata di soli 1,6 miliardi, un dato deludente considerando che ben 600.000 contribuenti su 4,5 milioni avrebbero potuto aderire. Perché dunque non si è ottenuto di più? Nonostante i ripetuti tentativi del governo di alleviare la pressione fiscale, le risorse necessarie sono risultate del tutto insufficienti. In questa fase, molti contribuenti si trovano a dover affrontare la dichiarazione dei redditi, e non è una passeggiata. La nuova modulazione delle detrazioni per i lavoratori dipendenti, in particolare per chi guadagna oltre i 50.000 euro, rappresenta una novità significativa. Le modifiche alle detrazioni familiari sono state pensate per garantire un sostegno più equo ai cittadini, ma si avverte un certo scetticismo.

Dettagli del decreto e le sue implicazioni

Il decreto prevede un incremento di 245,5 milioni di euro nel fondo di parte corrente per il 2026, destinati a supportare il correttivo sull’acconto Irpef, che permetterà il calcolo basato su tre aliquote. Tuttavia, per coprire gli oneri finanziari, si prevede una riduzione del Fondo per la compensazione degli effetti non previsti dalla legislazione attuale. Secondo quanto riportato nella relazione illustrativa, per l’imposta del 2024 le aliquote Irpef sono state rimodulate, e il limite di reddito per la no tax area è stato innalzato per i lavoratori dipendenti. Ma come si tradurranno queste modifiche nella vita quotidiana dei contribuenti? La nuova soglia per la detrazione sul lavoro dipendente è fissata a 1.955 euro per i redditi fino a 15.000 euro, e per chi guadagna fino a 20.000 euro è previsto un importo aggiuntivo che non influirà sul calcolo del reddito complessivo. Un passo avanti o solo un palliativo?

Prospettive future e considerazioni

A partire dal 1 gennaio 2025, per i soggetti con reddito superiore a 75.000 euro, saranno introdotti limiti per la fruizione delle detrazioni, basati sul reddito complessivo e sul numero di figli a carico. Questo porterà a una riduzione progressiva delle spese detraibili, ma garantirà una maggiore protezione per le famiglie numerose o con figli disabili. Le autorità fiscali sono pronte a monitorare l’andamento delle entrate e l’impatto delle nuove misure, assicurando un equilibrio nel sistema fiscale. Le scelte di oggi influenzeranno il nostro futuro economico, ma siamo pronti ad affrontare le sfide che ci aspettano?

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