Negli ultimi due decenni, il sistema fiscale italiano ha subito significative trasformazioni, con un aumento delle imposte sulla ricchezza che ha generato un gettito considerevole. Nel corso del 2025, le entrate dalle imposte patrimoniali hanno raggiunto i 51,2 miliardi di euro, segnando un incremento del 74% rispetto ai valori di vent’anni fa. Questo quadro emerge da un’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia, che ha sollevato interrogativi sul dibattito attuale riguardante l’introduzione di una nuova patrimoniale.
Le principali imposte sulla ricchezza
Tra le diverse imposte che gravano sul patrimonio, l’IMU si conferma come la più consistente. Questa tassa, applicata su abitazioni di lusso, seconde case, uffici, negozi e terreni, ha generato nel 2025 un incasso di 23 miliardi di euro, rappresentando il 45% del totale delle entrate patrimoniali. Seguono l’imposta di bollo, che ha fruttato 8,9 miliardi di euro dalle tasse su conti correnti e documenti, e il bollo auto, che ha contribuito con 7,5 miliardi. L’imposta di registro, applicata in caso di compravendite immobiliari e contratti di locazione, ha portato a un incasso di 6,1 miliardi.
La pressione fiscale e il suo impatto
Secondo il Documento programmatico di finanza pubblica, la pressione fiscale italiana si attesta al 42,8%, subendo un incremento rispetto ai dati precedenti. Questo aumento non implica necessariamente un maggiore carico per le famiglie. Infatti, il taglio del cuneo fiscale ha portato a una diminuzione dell’IRPEF per molte categorie di lavoratori, il che significa che il bilancio complessivo per le famiglie non è peggiorato. Inoltre, l’aumento delle assunzioni stabili ha contribuito a un incremento del gettito fiscale.
Il fenomeno dell’evasione fiscale
La questione dell’evasione fiscale rimane critica in Italia, con stime che collocano il valore dell’evasione oltre i 102,5 miliardi di euro. Analizzando la propensione all’evasione, che misura quanto le popolazioni e le imprese evadano rispetto alla ricchezza prodotta, emergono differenze significative tra le regioni. La Calabria, ad esempio, presenta un tasso del 20,9%, seguita dalla Puglia e dalla Campania con rispettivamente il 18,9% e il 18,5%.
Confronto tra regioni
Nella graduatoria dell’evasione in termini assoluti, le regioni più popolate e sviluppate occupano le prime posizioni. La Lombardia, per esempio, registra un’evasione di 16,7 miliardi di euro, seguita dal Lazio con 11,4 miliardi. In contrasto, le regioni meno colpite dall’evasione includono il Trentino, con tassi significativamente più bassi.
Riflessioni sulle proposte fiscali
Il dibattito riguardante l’introduzione di una nuova patrimoniale si basa su esperienze passate, come la supertassa sugli yacht, che ha dimostrato l’inefficacia di tali misure. Anziché cercare nuove fonti di entrata fiscale, sarebbe più proficuo affrontare il problema dell’evasione fiscale, particolarmente nelle regioni con alti tassi di evasione, e razionalizzare la spesa pubblica. Investire in scuola, sanità e servizi sociali è essenziale per garantire un futuro migliore per la collettività.
