Dal 1 gennaio 2026, il panorama delle criptovalute in Italia subirà una trasformazione significativa. Con l’introduzione di nuove normative, la detenzione e il trading di asset digitali verranno equiparati alle operazioni effettuate su un conto bancario, portando a una maggiore tracciabilità e trasparenza fiscale.
Questa evoluzione è il risultato dell’adesione dell’Italia al Crypto-Asset Reporting Framework (Carf) promosso dall’Ocse, che mira a migliorare la cooperazione fiscale internazionale. Questa iniziativa coinvolge 48 paesi e rappresenta un cambiamento epocale per milioni di investitori e risparmiatori italiani.
Cosa comporta il Carf per gli investitori?
Il Carf prevede la raccolta sistematica di informazioni su chi detiene o scambia criptovalute. Questo significa che dal 2026, tutte le transazioni in criptovaluta saranno monitorate e segnalate alle autorità fiscali. La nuova normativa punta a contrastare l’evasione fiscale e a garantire che tutti i guadagni siano correttamente dichiarati.
Standard di reporting e scambio di informazioni
Il framework Carf introduce standard di rendicontazione più severi, simili a quelli già in uso per le istituzioni finanziarie tradizionali. Le amministrazioni fiscali dei vari paesi dovranno implementare un sistema di condivisione dei dati entro il 2027, che includerà informazioni dettagliate sui movimenti e sui saldi dei portafogli digitali.
Cambiamenti nella tassazione delle criptovalute
Oltre alla maggiore trasparenza, il 2026 porterà anche un cambiamento nelle aliquote fiscali per le plusvalenze derivanti da criptovalute. Attualmente, in Italia, tali plusvalenze sono tassate con un’imposta sostitutiva del 26% su un guadagno di 2.000 euro. Tuttavia, la Legge di Bilancio 2025 prevede un aumento di questo tasso al 33%, a meno di modifiche dell’ultimo minuto.
Distinzione tra criptovalute e stablecoin
È importante notare che le stablecoin, in particolare quelle denominate in euro, continueranno a beneficiare dell’aliquota del 26%. Questo rappresenta una chiara distinzione nel trattamento fiscale tra strumenti più stabili e le criptovalute più volatili come Bitcoin ed Ethereum.
Il 2026 rappresenta un punto di svolta per il mondo delle criptovalute in Italia. Con l’entrata in vigore di nuove normative che favoriscono la trasparenza e modificano il regime fiscale, gli investitori dovranno adattarsi a un contesto in cui l’anonimato sarà ridotto e i requisiti di rendicontazione aumentati. Sarà fondamentale per tutti coloro che operano nel settore comprendere e adeguarsi a questi cambiamenti per evitare problematiche con le autorità fiscali.
