GLVO ha appena annunciato la SOSPENSIONE TEMPORANEA del sistema di bonus per i rider, una decisione che ha suscitato un forte dibattito. Questo bonus era stato introdotto per migliorare le condizioni di lavoro durante le ore più calde della giornata. Ma cosa ha portato a questa scelta? Le forti proteste della Cgil e le interrogazioni parlamentari presentate dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle hanno avuto un ruolo cruciale. La situazione si colloca in un contesto di crescente attenzione sulle condizioni di lavoro, soprattutto in un periodo di emergenza climatica che coinvolge tutti noi.
Dettagli della misura e le reazioni sindacali
Il bonus era strutturato in un aumento progressivo della retribuzione in base alle temperature: un incremento del 2% per temperature tra i 32°C e i 36°C, del 4% tra i 36°C e i 40°C e fino all’8% oltre i 40°C. I pagamenti aggiuntivi erano previsti per il 21 settembre. Glovo giustificava questa misura come un “intervento compensativo”, affermando che non si trattava di un incentivo alla prestazione, ma di un riconoscimento per coloro che lavorano in condizioni climatiche estreme. Ma, a quanto pare, non tutti sono d’accordo. I sindacati hanno subito criticato la misura. La Nidil-Cgil l’ha definita un “incentivo mascherato” e ha chiesto il suo ritiro immediato, sottolineando che in alcune regioni, come il Piemonte, esistono ordinanze che vietano il lavoro all’aperto in condizioni climatiche avverse. Dunque, la posizione di Glovo è stata messa in discussione, costringendola a rivedere la propria scelta.
Il dialogo tra sindacati e aziende
La conferma della sospensione del bonus è giunta anche da Felsa Cisl, dopo un incontro con i rappresentanti di Glovo e Deliveroo. Silvia Casini, segretaria nazionale di Felsa Cisl, ha dichiarato che, su richiesta esplicita del sindacato, Glovo ha accettato di sospendere temporaneamente il bonus per rivederlo all’interno di un confronto sindacale più ampio che si svilupperà nei prossimi giorni. “I lavoratori devono poter scegliere quando lavorare, ma sempre in condizioni di assoluta sicurezza”, ha aggiunto Casini. Questa situazione mette in luce l’importanza di stabilire regole chiare e sicure per i lavoratori. Non si può ignorare che la salute e la sicurezza sono fondamentali, e le aziende devono ascoltare le preoccupazioni dei sindacati per trovare soluzioni che tutelino i diritti dei lavoratori.
Le reazioni politiche e il futuro del lavoro
Il Partito Democratico ha reagito prontamente presentando un’interrogazione urgente al Governo per chiarire la posizione di Glovo. Arturo Scotto, capogruppo PD in commissione Lavoro alla Camera, ha definito la decisione dell’azienda come “grave”, sottolineando che “per pochi euro in più si mette a rischio la vita di chi lavora”. Ha chiesto chiarimenti su quali misure il Governo intenda adottare per garantire il rispetto della normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Anche il Movimento 5 Stelle non ha tardato a esprimere la propria opinione, definendo il bonus “indecente” e una “vergognosa monetizzazione del rischio”. Il senatore Orfeo Mazzella ha messo in evidenza l’indifferenza del Governo rispetto alle condizioni dei lavoratori più vulnerabili. In un momento in cui si discute di salario minimo, i rider continuano a subire condizioni di lavoro precarie.
Queste dinamiche evidenziano la necessità di un cambiamento significativo nel panorama lavorativo. La salute e la sicurezza devono essere prioritarie, non subordinate a logiche di profitto. Le aziende sono chiamate a un maggiore rispetto delle normative e a un dialogo costruttivo con i sindacati per tutelare i lavoratori. È ora che tutti noi ci chiediamo: quali sono i passi che possiamo fare per garantire un futuro lavorativo migliore e più sicuro?