La Russia, dopo tre anni e mezzo di conflitto, si trova a fronteggiare una battaglia interna ben più insidiosa rispetto a quella con l’Ucraina: la crisi economica. Con un’inflazione ufficiale che nel 2025 si attesta intorno al 9%, ma che secondo stime indipendenti supera il 12%, la situazione economica si fa sempre più critica, erodendo salari e risparmi già fragili. Come si sta preparando la popolazione a fronteggiare questa tempesta?
La spirale dell’inflazione e le misure della Banca Centrale
Per cercare di contenere l’inflazione, la Banca centrale russa ha mantenuto tassi d’interesse record, superiori al 20%. Questa strategia ha congelato gli investimenti e limitato l’accesso al credito per le imprese. Il risultato? Un’economia in forte rallentamento, con un PIL previsto in crescita di meno dell’1% nel 2025, rispetto al +4% dell’anno precedente. Ma cosa significa tutto ciò per le famiglie russe?
Questo scenario ha gravi ripercussioni sul bilancio pubblico. Infatti, oltre un terzo della spesa federale è ormai destinato al settore militare: stipendi dei soldati, produzione di armamenti e sussidi per le famiglie dei caduti. Ciò che in passato aveva sostenuto le regioni più vulnerabili ora si trasforma in un peso insostenibile. Nei primi mesi del 2025, il deficit statale ha già superato le previsioni, mentre le riserve valutarie, pur consistenti, sono limitate a causa delle sanzioni occidentali. Come possono le autorità affrontare una situazione così critica?
La dipendenza energetica e le ripercussioni economiche
La dipendenza della Russia dalle esportazioni di petrolio e gas aggiunge un ulteriore strato di vulnerabilità. Ogni calo di dieci dollari al barile corrisponde a perdite di miliardi nelle entrate statali. Le previsioni per l’autunno sono state riviste al ribasso dopo la decisione dell’OPEC di aumentare la produzione, un fatto che non lascia tranquillo il Cremlino. La crisi non si limita ai conti pubblici, poiché l’economia reale sta subendo un arresto in settori chiave come i trasporti, l’edilizia, la metalmeccanica e l’automotive. Molte aziende stanno riducendo il personale o chiudendo del tutto. Quali saranno le conseguenze per la vita quotidiana dei russi?
Le conseguenze per la popolazione sono drammatiche: il 60% dei russi non ha risparmi per affrontare imprevisti, mentre le tariffe per luce, gas e altri servizi continuano a salire. La domanda cruciale ora è: perché Putin non rinuncia alla guerra? Questa non è più solo una questione militare, ma una sfida politica ed economica. Fino a quando la Russia potrà sostenere questo conflitto?
Le prospettive future: guerra e diplomazia
Con il petrolio che ha garantito per lungo tempo entrate straordinarie, la macchina bellica di Putin ha potuto operare senza intoppi. Tuttavia, con un deficit in aumento, inflazione persistente e una popolazione sempre più provata dal caro-vita, il margine di manovra si restringe. L’economia russa è oramai un’economia di guerra, dove oltre il 40% del bilancio federale è assorbito dalla spesa militare, mentre i settori civili faticano a sopravvivere. Come si evolverà questa situazione?
In ambito politico e diplomatico, gli sviluppi sono stati deludenti. Il recentissimo vertice in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin si è concluso senza alcun accordo, né sulla pace né su una possibile tregua in Ucraina, obiettivo principale dell’incontro. Resta da vedere se ci sarà un confronto diretto tra Putin e Volodymyr Zelensky. Per il Cremlino, aprire un tavolo trilaterale non significherebbe solo discutere di pace, ma anche trovare una via d’uscita per alleviare la pressione economica interna e dare respiro a un Paese ormai esausto. Cosa ci riserverà il futuro in questo contesto così complesso e instabile?