Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha catturato l’attenzione di investitori e risparmiatori in tutto il mondo. Mentre in Europa si manifesta una certa reticenza ad investire nei mercati azionari a causa delle preoccupazioni legate a una possibile bolla dell’IA, gli Stati Uniti sembrano abbracciare questa nuova tecnologia con entusiasmo. Gli investitori europei potrebbero perdere opportunità significative, mentre quelli americani potrebbero affrontare rischi se non gestiscono bene i loro investimenti.
Le bolle tecnologiche e la storia
Riflettendo sulle bolle tecnologiche del passato, è impossibile non pensare alla famosa bolla dot-com o a quella delle ferrovie inglesi del XIX secolo. Entrambi i casi hanno dimostrato come le valutazioni possano lievitare oltre ogni limite logico, spingendo gli investitori a rischiare tutto. Nel settore ferroviario, ad esempio, si avviavano progetti per collegare le stesse città contemporaneamente, mentre nella bolla dot-com le aziende venivano valutate a cifre stratosferiche senza alcun legame reale con i ricavi.
L’importanza della sperimentazione
Entrambe le bolle, però, hanno avuto un ruolo cruciale nel diffondere rapidamente nuove tecnologie, forzando i potenziali attori a entrare nel mercato. Nessun operatore telefonico ha potuto ignorare le licenze 3G, nonostante i costi elevati. Per gli investitori, il rischio di non investire era spesso visto come peggiore del rischio di una perdita.
La distruzione creatrice teorizzata da Schumpeter ha dimostrato di essere una forza potente, capace di distruggere posti di lavoro e processi obsoleti per far spazio a nuove opportunità. Come gestori di fondi, il compito è quello di navigare attraverso questa transizione, cercando di investire in ciò che beneficerà della diffusione dell’IA.
Valutazioni attuali e previsioni future
Nonostante l’entusiasmo attuale per l’IA, i grandi attori del settore non mostrano segni di una bolla speculativa imminente. Le valutazioni di aziende come Microsoft, Amazon e Google oscillano tra 26 e 33 volte gli utili previsti, ben lontano dai livelli da capogiro visti durante la bolla dot-com. Tuttavia, con investimenti previsti tra i 5.000 e i 7.000 miliardi di dollari entro il 2030, ci si interroga se il mercato potrà sostenere tali spese.
L’impatto dell’IA sui giovani e sul mercato del lavoro
Un aspetto cruciale dell’IA è il suo potenziale impatto sul mercato del lavoro, specialmente tra i giovani. Secondo uno studio di Oxford Economics, l’85% dell’aumento della disoccupazione negli Stati Uniti riguarda i giovani. Questo solleva interrogativi sul valore di una nuova generazione di lavoratori, che potrebbe trovarsi a competere con capacità superiori offerte da sistemi di IA altamente avanzati.
È possibile che i giovani, con la loro flessibilità e capacità di adattamento, riescano a ritagliarsi uno spazio in un’economia dominata dall’IA. Tuttavia, è fondamentale garantire opportunità per l’ingresso dei neolaureati nel mondo del lavoro, per evitare che la rapida evoluzione tecnologica penalizzi le nuove generazioni e porti a una stagnazione della crescita economica.
La guerra tecnologica tra USA e Cina
Un altro elemento che rende l’attuale panorama dell’IA particolarmente interessante è la competizione tra Stati Uniti e Cina. Con aziende come OpenAI e Nvidia che giocano un ruolo chiave, si assiste a una corsa per dominare il mercato dell’IA. Questo fattore potrebbe ritardare eventuali disillusioni, poiché entrambe le potenze stanno investendo enormemente nelle loro tecnologie.
La vera sfida sarà comprendere se la vittoria di una delle due superpotenze porterà a un miglioramento della situazione economica e sociale, o se si assisterà a un ulteriore incremento delle disparità esistenti. La tecnologia dell’IA ha il potenziale di trasformare radicalmente la società, ma solo se gestita con attenzione e responsabilità.
