Negli ultimi giorni, le borse europee hanno tentato di ridurre le perdite, continuando però a mostrare una certa fragilità, influenzate dalle recenti oscillazioni di Wall Street. La situazione è complessa, con il Nasdaq che, dopo un inizio in netto ribasso, ha parzialmente recuperato terreno. In questo contesto, le piazze finanziarie europee hanno registrato performance contrastanti, evidenziando le preoccupazioni degli investitori riguardo le finanze pubbliche e l’andamento dell’economia globale.
Performance delle principali borse europee
Il mercato di Londra ha subito una flessione dell’1,6%, a causa di timori legati alla sostenibilità delle finanze pubbliche. Anche Francoforte e Parigi non sono stati esenti da perdite, con cali rispettivamente dell’1,35% e dell’1,26%. Milano, invece, ha registrato un andamento ancora più negativo, con l’indice Ftse Mib che ha chiuso in calo del 2,12%, attestandosi a 43.806 punti. Nel pomeriggio, l’andamento si è stabilizzato attorno a una flessione dell’1,7%, gravato dalle performance negative di importanti aziende come Stellantis e Unicredit, che hanno registrato ribassi rispettivamente del 3,7% e 3,47%.
Settori in difficoltà e aziende resilienti
Tra i settori più colpiti, quello bancario ha visto forti ribassi. Le azioni di Banco BPM hanno perso il 3,78%, seguite da Popolare di Sondrio con -3,55%, BPER con -3% e Intesa Sanpaolo con -3,31%. Anche le aziende energetiche non sono state risparmiate: Eni ha visto un calo dello 0,9%, mentre Enel ha perso lo 0,75%. In questo scenario critico, è emerso un dato preoccupante: l’utile netto di Eni per i primi nove mesi è sceso a 5,236 miliardi, segnando una contrazione del 10,8%.
Tuttavia, non tutte le aziende stanno affrontando difficoltà. In controtendenza, Azimut ha registrato un incremento dell’1,15%, dopo un periodo di difficoltà dovuto a rilievi da parte di Bankitalia; ha infatti annunciato un programma di buyback, mostrando segni di ripresa. Altre aziende come Mediobanca (+0,65%), Recordati (+0,48%) e Terna (+0,43%) hanno mostrato performance positive, grazie anche a conti trimestrali soddisfacenti, come nel caso di Terna, che ha riportato un utile netto di 852,7 milioni, in aumento del 4,9% rispetto all’anno precedente.
Andamenti nei mercati valutari e obbligazionari
Passando ai mercati valutari, l’euro si è mantenuto stabile poco sopra 1,16 dollari, scambiandosi a 1,1626. Anche il rapporto con lo yen giapponese ha mostrato una leggera flessione, attestandosi a 179,44 (-0,23%). Il dollaro ha mostrato un calo sullo yen, scendendo a 154,32, mentre l’indice del dollaro si è stabilizzato intorno a 99,2, segnando una tendenza verso il secondo calo settimanale consecutivo.
Spread e rendimenti obbligazionari
In ambito obbligazionario, lo spread tra i titoli di stato italiani (Btp) a dieci anni e i Bund tedeschi ha aperto in leggero rialzo, posizionandosi a 76 punti, con un rendimento fissato al 3,45%. Questo scenario riflette la prudenza degli investitori, preoccupati per le incertezze legate alle prossime decisioni della Federal Reserve e per il timore che le valutazioni dei titoli tecnologici possano essere troppo elevate, rischiando di creare bolle speculative.
