La storia del Monte dei Paschi di Siena rappresenta un racconto affascinante di resilienza e trasformazione. Fondata nel 1472, questa banca, la più antica del mondo, ha attraversato secoli di sfide e cambiamenti, evolvendosi da istituto di credito a simbolo di welfare per i bisognosi della Repubblica di Siena. Oggi, dopo un periodo di crisi profonda, si prefigge di avviarsi verso una nuova era di prosperità, con l’obiettivo di diventare il terzo polo bancario italiano.
Un passato ricco di storia e sfide
Originariamente concepito come soluzione per garantire prestiti a chi non aveva accesso al credito, il Monte dei Paschi ha evoluto le sue funzioni nel corso degli anni. Nel 1783, l’unione dei due Monti originari ha segnato un passo significativo nella sua evoluzione. Con l’Unità d’Italia, la banca ha ampliato la sua rete oltre i confini toscani, introducendo nuovi servizi come il credito fondiario. Tuttavia, il vero boom è avvenuto negli anni ’90, quando la banca ha diversificato le sue attività e si è quotata in borsa nel 1999, attirando un’enorme domanda.
Purtroppo, il successo è stato seguito da una caduta drammatica. L’acquisizione di Antonveneta nel 2007, effettuata senza una dovuta diligente valutazione, ha innescato una crisi che ha condotto a bilanci in rosso e a un intervento statale per salvare l’istituto. Con l’ingresso dello Stato come azionista di maggioranza nel 2017, il Monte dei Paschi ha dovuto affrontare anni di ristrutturazione e tagli, mentre cercava di riprendersi da un periodo di instabilità.
La svolta con Luigi Lovaglio
L’arrivo di Luigi Lovaglio nel febbraio 2022 ha segnato una svolta decisiva. Con un piano industriale audace, Lovaglio ha avviato un aumento di capitale e ha implementato prepensionamenti per migliaia di dipendenti. Sotto la sua guida, il Monte dei Paschi ha iniziato a recuperare il terreno perduto, diventando un attore chiave nel riassetto del sistema bancario italiano. Nel 2023, l’utile ha superato i 2 miliardi di euro, e per la prima volta in tredici anni è stato distribuito un dividendo agli azionisti.
Questi risultati hanno contribuito a ridurre la partecipazione dello Stato, portandola dall’84% all’11,7%. L’operazione con Mediobanca ha ulteriormente consolidato la posizione della banca nel mercato, permettendo a Mps di acquisire il 62,3% della principale banca d’affari italiana, trasformandosi da ex malata cronica a protagonista di un panorama bancario competitivo.
Il futuro del Monte dei Paschi di Siena
Oggi, il Monte dei Paschi di Siena non è più soltanto un simbolo di un passato glorioso, ma un’istituzione che si prepara a un futuro promettente. Con una capitalizzazione prevista oltre i 20 miliardi, la banca si sta posizionando per affrontare le sfide del mercato moderno. La sua storia, che ha attraversato cinque secoli di evoluzione, è ora un esempio di come una crisi possa trasformarsi in un’opportunità. La nuova strategia aziendale, unita a una gestione oculata e a investimenti mirati, potrebbe finalmente permettere al Monte dei Paschi di tornare a essere un leader nel settore bancario italiano.