In un’azione prevista da molti esperti, la Federal Reserve si è riunita dal 16 al 17 settembre 2025 per discutere la politica monetaria, decidendo infine di ridurre il tasso obiettivo di 25 punti base. Questo segna la prima diminuzione dei tassi di politica per il 2025, una decisione influenzata principalmente dal rallentamento evidente della crescita dei salari. L’azione della Fed ribadisce il proprio impegno verso l’indipendenza, sottolineando che le future decisioni monetarie continueranno a essere plasmate dai dati economici in evoluzione.
Il contesto di questa decisione è un mercato del lavoro che mostra segni di debolezza, portando a un consenso tra gli analisti sulla probabilità di un ulteriore allentamento della politica monetaria. Le proiezioni indicano due ulteriori riduzioni di 25 punti base nei prossimi mesi, specificamente a ottobre e dicembre, che porterebbero il range obiettivo a un intervallo compreso tra il 3,5% e il 3,75%. Questa traiettoria è in linea con le aspettative già riflesse nel mercato, sebbene il ritmo e l’entità di un futuro allentamento siano attesi sotto pressione inflazionistica.
Analisi del Mercato del Lavoro
La riunione di settembre ha rivelato una decisione unanime di abbassare il tasso di interesse obiettivo a un intervallo compreso tra il 4,0% e il 4,25%. Questa riduzione è particolarmente significativa in quanto segue un taglio cumulativo del tasso di 100 punti base avvenuto tra settembre e dicembre dell’anno precedente. Il cambiamento di focus della Fed verso la gestione dei rischi deriva dalle condizioni deteriorate del mercato del lavoro, costringendo i funzionari a dare priorità alla stabilità occupazionale piuttosto che alle preoccupazioni inflazionistiche.
Tassi di Disoccupazione e Proiezioni
Rispetto alla situazione osservata un anno fa, dove un significativo taglio dei tassi era una reazione a rapporti occupazionali deludenti, l’attuale panorama inflazionistico presenta una sfida differente. L’inflazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) è aumentata al 2,9% su base annua a agosto, rispetto al 2,5% dell’anno precedente. I dati sull’inflazione core riflettono una tendenza simile, attualmente al 3,1% e prevista a un picco del 3,6% entro maggio 2026. Nel frattempo, il panorama occupazionale rimane preoccupante, con le buste paga non agricole che mediamente si attestano a soli 64.000 nei sei mesi fino ad agosto 2025, in netto calo rispetto alla media di 116.000 registrata ad agosto 2024.
Implicazioni della Riduzione dei Tassi
Il Sommario delle Proiezioni Economiche (SEP) presentato dal presidente della Fed, Jerome Powell, sottolinea le motivazioni alla base dei recenti cambiamenti di politica. Nonostante le revisioni al rialzo delle previsioni inflazionistiche per il 2026, il comitato prevede due ulteriori tagli dei tassi entro la fine del 2025, con un membro che suggerisce un approccio più aggressivo con cinque tagli. La previsione del tasso di disoccupazione rimane stabile, prevista al 4,5% per quest’anno, con lievi riduzioni attese negli anni successivi.
Prospettive Economiche Future
Il approccio della Fed evidenzia un delicato equilibrio tra la gestione dell’inflazione e il supporto all’occupazione. Sebbene la banca centrale abbia riconosciuto la pressione al rialzo sui prezzi, il sentimento prevalente tra i membri del comitato suggerisce che i rischi per l’occupazione giustifichino un’azione immediata. La posizione di Powell indica una convinzione che qualsiasi aumento inflazionistico sia improbabile portare a un aumento persistente dei prezzi, giustificando così un continuo allentamento monetario.
Guardando ai futuri incontri del FOMC, è chiaro che le performance del mercato del lavoro giocheranno un ruolo cruciale nel plasmare la politica monetaria. Con aspettative di ulteriori riduzioni dei tassi, la strategia della Fed sembra essere di cauta ottimizzazione, mirata a navigare tra i doppi mandati di massimizzare l’occupazione e controllare l’inflazione. Il panorama economico rimane incerto e le decisioni della Fed si adatteranno probabilmente in risposta ai dati in arrivo riguardanti le tendenze del mercato del lavoro.