Tim ha chiuso i primi sei mesi del 2023 con un risultato sorprendente: ricavi pari a 6,6 miliardi di euro, ben 2,7% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo è un segnale positivo, non trovi? Analizzando i dati, emerge che il mercato domestico ha visto una crescita del 1,6%, raggiungendo i 4,5 miliardi di euro, mentre la situazione in Brasile è ancora più interessante, con un +4,8% e ricavi che toccano i 2,1 miliardi di euro. Tra le notizie più rilevanti c’è la cessione del credito derivante dal canone, del valore di 1 miliardo, con un rimborso dallo Stato fissato a 995 milioni di euro. Un altro cambiamento significativo riguarda il ritorno di Piergiorgio Peluso nel ruolo di direttore finanziario, subentrando a Adrien Calaza.
Performance e crescita dei ricavi
I dati finanziari parlano chiaro: i ricavi da servizi sono aumentati del 3,3% rispetto all’anno precedente, toccando i 6,2 miliardi di euro. Non è da poco, considerando che Tim Enterprise ha realizzato un fatturato di 1,6 miliardi di euro, con un incremento del 4,7%. Questo è un risultato che supera le performance del mercato di riferimento. Ma il vero protagonista è il settore Cloud, che ha visto una crescita impressionante del 25% anno su anno, grazie ai servizi offerti al Polo Strategico Nazionale, il cui contributo ai ricavi è raddoppiato. Ti sei mai chiesto quanto il Cloud possa influenzare il futuro delle telecomunicazioni in Italia?
In Brasile, i risultati sono altrettanto incoraggianti: Tim Brasil ha chiuso il semestre con ricavi totali di 2,1 miliardi di euro, in aumento del 4,8% rispetto all’anno precedente, e un EBITDA after lease di 0,8 miliardi di euro, in crescita del 6,1%. Tuttavia, il bilancio complessivo ha mostrato una perdita di 132 milioni di euro. Nonostante ciò, il pareggio sembra alla portata, grazie agli aggiustamenti contabili per lo scorporo della rete fissa. Le previsioni per l’anno in corso rimangono ottimistiche, con investimenti previsti per 800 milioni di euro, pari al 12,6% dei ricavi. Anche se il debito è elevato, attestandosi a 7,5 miliardi di euro, ci sono segnali di speranza.
Cambiamenti nei vertici aziendali
Tim non è solo in crescita nei numeri, ma anche nella sua struttura dirigenziale. Recentemente, sono stati annunciati cambiamenti significativi al vertice, con le dimissioni di Eugenio Santagata, chief public affairs, security & international business officer, e di Adrien Calaza, chief financial officer. Le dimissioni di Santagata saranno effettive dal 31 agosto, mentre Calaza rimarrà a bordo fino alla presentazione dei risultati del terzo trimestre, prevista per il 6 novembre, per garantire una transizione fluida al nuovo CFO.
Il ritorno di Piergiorgio Peluso come advisor dell’amministratore delegato e CFO subito dopo la presentazione dei risultati è un segnale di continuità in un momento di cambiamento. Inoltre, Leonardo de Carvalho Capdeville è stato nominato chief technology officer, riportando direttamente all’amministratore delegato. Questi cambiamenti hanno avuto una reazione positiva dal mercato, con il titolo di Tim che ha registrato un aumento dell’1,74%, attestandosi a 0,41 euro per azione, anche se siamo ancora lontani dai 0,505 euro promessi da KKR durante l’acquisizione del 2021. Chissà come si evolverà questa situazione nei prossimi mesi?
Prospettive future e analisi del mercato
Entrando nel merito delle prospettive future, il contesto attuale è un mix di sfide e opportunità per Tim, che ha attraversato un periodo difficile, con il titolo che l’anno scorso oscillava intorno ai 0,20 euro. Fortunatamente, l’attuale crescita di valore è un chiaro segnale di ripresa. Ora, la società capitalizza circa 9 miliardi di euro, sostenuta dall’ottima performance di Tim Brasil, che si conferma come il secondo gestore di telecomunicazioni nel vasto mercato sudamericano. Le scelte strategiche e i cambi al vertice saranno cruciali per affrontare le sfide future e consolidare la posizione di mercato della società. Sei pronto a seguire questa evoluzione nel mondo delle telecomunicazioni?