Shein, il famoso marchio di moda, è finito sotto i riflettori dopo aver ricevuto una pesante sanzione di 1 milione di euro dall’Antitrust. Il motivo? L’uso di messaggi ingannevoli riguardanti la sostenibilità dei suoi prodotti. Ma perché questo è così importante? In un’epoca in cui i consumatori sono sempre più attenti all’impatto ambientale dei loro acquisti, le pratiche di greenwashing stanno attirando l’attenzione di autorità e cittadini. La domanda è: quanto possiamo fidarci delle affermazioni delle aziende?
La sanzione e le accuse
Secondo le informazioni fornite dall’Autorità, la società Infinite Styles Services Co. Ltd, responsabile della gestione dei siti Shein in Europa, ha diffuso affermazioni ambientali che si sono rivelate non solo imprecise, ma addirittura fuorvianti. Nelle sezioni #SHEINTHEKNOW e “evoluSHEIN”, l’azienda ha sostenuto di promuovere un sistema circolare per i suoi prodotti. Tuttavia, queste affermazioni sono state giudicate false o, quanto meno, poco chiare. È curioso notare che i messaggi hanno enfatizzato l’uso di fibre ‘green’, senza però fornire dettagli sui reali benefici ambientali durante l’intero ciclo di vita dei prodotti. Come possiamo credere a tali dichiarazioni se mancano di trasparenza?
In aggiunta, l’Antitrust ha messo in evidenza che le dichiarazioni di Shein riguardo alla collezione “evoluSHEIN by Design” potrebbero indurre i consumatori a pensare che tutti i prodotti siano realizzati con materiali ecosostenibili e completamente riciclabili. Ma la realtà è ben diversa: molti dei materiali utilizzati non rispettano nemmeno gli standard di riciclabilità attualmente disponibili sul mercato. Non è sorprendente che gli utenti chiedano maggiore chiarezza e verità?
Le affermazioni di sostenibilità di Shein
Shein ha anche annunciato l’intenzione di ridurre del 25% le emissioni di gas serra entro il 2030, puntando ad azzerarle entro il 2050. Tuttavia, queste dichiarazioni sono state ritenute generiche e vaghe. Infatti, l’Autorità ha sottolineato che le emissioni di gas serra della società sono aumentate nel 2023 e nel 2024, contraddicendo le promesse fatte. In un contesto come quello della fast fashion, dove l’impatto ambientale è significativo, l’Antitrust ha evidenziato la responsabilità di Shein nel fornire informazioni veritiere e chiare riguardo ai propri prodotti. Non è forse giunto il momento che le aziende rendano conto delle loro parole?
Reazioni e misure adottate da Shein
Il Codacons, noto organismo di difesa dei consumatori, ha espresso soddisfazione per la sanzione inflitta a Shein, sottolineando l’importanza di adottare misure severe contro le pratiche di greenwashing. L’organizzazione ha denunciato come molte aziende utilizzino affermazioni ecologiche in modo improprio, alterando le scelte dei consumatori e compromettendo l’integrità del mercato. La multa di 1 milione di euro per Shein rappresenta un chiaro monito per tutte le aziende che potrebbero pensare di seguire pratiche simili. Ma quali saranno le ripercussioni nel lungo termine?
In risposta alle critiche e alla sanzione, Shein ha dichiarato di aver collaborato attivamente con l’Autorità e di aver implementato misure per affrontare le problematiche sollevate. La società ha annunciato miglioramenti nei propri processi interni e sul sito web, promettendo che tutte le dichiarazioni ambientali saranno chiare e conformi alla normativa vigente. Sarà interessante vedere se queste promesse si tradurranno in azioni concrete e in un cambiamento reale. I consumatori stanno osservando e non dimenticheranno facilmente.