Non sono passate nemmeno 24 ore dall’ultimo colpo di Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, che è tornato a mettere nel mirino Jerome Powell, il presidente della Federal Reserve. In seguito alla pubblicazione di nuovi dati macroeconomici, Trump ha fatto sentire la sua voce sui social media, dichiarando: “Ottimi numeri sono appena usciti. Abbassa i tassi”. Rivolgendosi a Powell con il sarcastico soprannome di “Troppo Tardi”, il presidente ha ribadito le sue critiche nei confronti della Fed, accusandola di agire con ritardo e di non fare abbastanza per sostenere l’economia nazionale. Ma cosa significa tutto questo per gli investitori e per l’economia in generale?
Le minacce di licenziamento e le reazioni di Powell
Il 16 luglio, Bloomberg ha riportato un retroscena interessante: durante una riunione riservata, Trump ha confidato ai suoi collaboratori che “probabilmente” licenzierà Powell “presto”. Secondo quanto riportato da CBS, il presidente avrebbe persino chiesto consiglio ai parlamentari repubblicani su come procedere. Tuttavia, in un segnale di ripensamento, Trump ha successivamente smentito l’esistenza di una bozza di lettera di licenziamento, affermando: “No, non ho mai detto davvero che voglio rimuoverlo. Lo ritengo molto improbabile”. Ma cosa c’è dietro queste parole? È davvero così facile per un presidente licenziare il capo della Fed?
In effetti, Trump è consapevole che un simile passo non è affatto semplice. La legge americana stabilisce che un governatore della Fed può essere rimosso solo per “giusta causa”, e il disaccordo sulle politiche monetarie non rientra in questa categoria. Solo situazioni gravi come frodi o mala gestione giustificherebbero un licenziamento. Quindi, la semplice insoddisfazione riguardo ai tassi di interesse non basta per mettere in discussione la posizione di Powell. Ma come influenzerà questa tensione il mercato e le decisioni future della Fed?
Le conseguenze delle politiche commerciali di Trump
Nel frattempo, Powell continua a mantenere un profilo basso, evitando di rispondere direttamente alle provocazioni di Trump. Ha sottolineato la sua totale concentrazione nel controllare l’inflazione, mentre le politiche commerciali dell’amministrazione Trump, che hanno recentemente imposto dazi del 30% all’Europa, complicano ulteriormente il quadro economico. Questi nuovi dazi potrebbero rendere più difficile l’attuazione di un eventuale taglio dei tassi, aggravando un contesto già complesso. Gli investitori, a questo punto, si staranno chiedendo: quali saranno le ripercussioni su mercati e investimenti?
Il futuro di Powell alla guida della Fed
Ma ci sono cambiamenti all’orizzonte? Il mandato di Powell scade nel 2026, e solo allora Trump avrà l’opportunità di decidere se confermarlo o sostituirlo con una figura più allineata alle sue esigenze. Fino ad allora, Trump potrà continuare a protestare e a minacciare, ma la Federal Reserve rimarrà un’istituzione indipendente. Per il momento, la posizione di Powell non sembra in discussione, ma gli sviluppi futuri potrebbero riservare sorprese. E tu, come pensi che si evolverà la situazione? Il mercato è pronto per eventuali cambiamenti?