Nel terzo trimestre del 2025, il Prodotto Interno Lordo (Pil) italiano ha mostrato segni di stagnazione, rimanendo invariato rispetto al trimestre precedente.
Questo dato, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, evidenzia una crescita annuale del 0,4%, secondo le stime preliminari rilasciate dall’Istat.
Questa situazione è emersa dopo un leggero calo dello -0,1% nel secondo trimestre e una modesta crescita dello 0,3% nei primi tre mesi dell’anno. È interessante notare che il terzo trimestre ha beneficiato di quattro giorni lavorativi in più rispetto al secondo trimestre, ma lo stesso numero di giorni rispetto al terzo trimestre del 2025.
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Analisi delle componenti di crescita
La stagnazione del Pil riflette diverse dinamiche economiche. Secondo quanto riportato dall’Istat, il valore aggiunto è aumentato nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca, mentre si è registrata una riduzione nell’industria e una stabilità nei servizi. Questa situazione suggerisce che i settori primari hanno contribuito positivamente, ma le difficoltà incontrate dall’industria hanno pesato negativamente sul risultato complessivo.
Domanda interna ed esterna
Esaminando il lato della domanda, si nota che il contributo della domanda interna è stato negativo, escludendo le scorte, mentre la domanda estera netta ha fornito un supporto positivo. Questa disparità mette in evidenza le sfide che l’economia italiana deve affrontare, con un mercato interno che fatica a reagire e un’export che continua a mostrare segni di resilienza.
Rallentamento della crescita tendenziale
La crescita tendenziale del 0,4% nel terzo trimestre rappresenta un rallentamento rispetto ai trimestri precedenti, in cui si erano registrati incrementi del 0,7% e 0,5% rispettivamente. Il dato acquisito per l’intero 2025 rimane fermo al 0,5%, come indicato dall’Istituto di Statistica. La stagnazione osservata nel terzo trimestre non modifica le previsioni di crescita per l’anno, mantenendo così le aspettative governative allineate con il Documento di programmazione economico-finanziaria (Dpfp).
Implicazioni per la crescita futura
Il Pil acquisito rappresenta il livello di crescita previsto anche nel caso in cui non si registrassero variazioni nell’ultimo trimestre dell’anno. Questa situazione evidenzia la fragilità della ripresa economica italiana e sottolinea la necessità di politiche di stimolo che possano sostenere la domanda interna e favorire una maggiore competitività.
In conclusione, la stagnazione del Pil italiano nel terzo trimestre del 2025 solleva interrogativi sulle prospettive future dell’economia nazionale. Le diverse dinamiche dei settori economici, unite alla debolezza della domanda interna, richiedono un’analisi approfondita e interventi mirati per rilanciare la crescita e affrontare le sfide imminenti.

