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Analisi della Velocità dei Pagamenti Internazionali: Confronto tra Est e Ovest

Ogni giorno, numerose piccole e medie imprese (PMI) in Europa effettuano pagamenti internazionali con la convinzione che il trasferimento di denaro avvenga con la stessa rapidità delle informazioni digitali.

Tuttavia, un recente rapporto di iBanFirst mette in luce una realtà ben diversa, caratterizzata da un sistema di controlli e infrastrutture che spesso ostacola la fluidità delle transazioni.

Questa indagine, che ha preso in esame circa 190.000 transazioni, rivela un panorama in cui la velocità dei pagamenti resta incerta e non scontata.

Il ruolo del dollaro negli scambi internazionali

Il dollaro statunitense si conferma come la valuta principale nel contesto degli scambi globali, con il 58% dei pagamenti delle PMI europee effettuati in USD. La Cina, riconosciuta come il principale partner commerciale dell’Unione Europea, ha spinto molte aziende a utilizzare questa valuta anche per i pagamenti verso i fornitori asiatici. Non sorprende quindi che i trasferimenti in dollari verso la Cina siano tra i più elevati.

La velocità: un fattore infrastrutturale

Nonostante i flussi commerciali siano orientati verso Est, la rapidità dei pagamenti è un’altra questione. Gli Stati Uniti e il Regno Unito si rivelano i paesi più efficienti, con oltre il 64% dei pagamenti accreditati in meno di due ore. Al contrario, i trasferimenti verso la Cina e Hong Kong mostrano un netto rallentamento: solo il 12% dei pagamenti in USD è completato in questo intervallo di tempo. Questo dimostra che la velocità è influenzata più dalle infrastrutture bancarie che dalla distanza geografica.

Le complessità dell’ultimo miglio

Un aspetto paradossale emerso dallo studio riguarda l’“ultimo miglio” del pagamento. I dati di SWIFT evidenziano che il 90% delle transazioni raggiunge la banca del beneficiario entro un’ora, ma solo il 43% di esse viene accreditato sul conto del destinatario nello stesso lasso di tempo. Questa fase finale è quella in cui si verifica la maggiore variabilità, a causa di controlli e procedure manuali che possono allungare i tempi di attesa.

Il labirinto degli intermediari bancari

In media, un pagamento internazionale dall’Europa passa attraverso 1,9 banche intermediarie. La Francia, ad esempio, ha una media di 2,5 intermediari, mentre la Bulgaria solo 1,5. Tuttavia, la presenza di più intermediari non implica necessariamente una maggiore lentezza: gli Stati Uniti, pur richiedendo più passaggi, riescono a garantire tempi rapidi grazie a sistemi di compensazione altamente automatizzati.

Il tempismo nei pagamenti e l’impatto delle festività

Un altro fattore cruciale che emerge dal rapporto è il tempismo dei pagamenti. Inviare un pagamento prima delle 10 del mattino aumenta notevolmente le probabilità che venga elaborato nello stesso giorno. Al contrario, operazioni avviate il venerdì pomeriggio possono rimanere in sospeso fino al lunedì successivo. Inoltre, le divergenze nei calendari festivi internazionali, come il Capodanno Cinese, possono rendere le catene di pagamento vulnerabili a ritardi significativi, incidendo direttamente sulle operazioni delle PMI europee.

Il rapporto di iBanFirst evidenzia come le PMI europee affrontino sfide significative nella rapidità dei pagamenti internazionali. Mentre il commercio si orienta sempre più verso l’Asia, la velocità dei trasferimenti resta legata all’efficienza delle infrastrutture finanziarie, rendendo la comprensione di queste dinamiche un elemento chiave per la competitività delle aziende.

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