Nel mondo sempre più competitivo dei servizi finanziari e dell’asset management, emergere sui motori di ricerca è diventato un requisito imprescindibile per attrarre investitori e clienti qualificati. Che tu offra fondi comuni, soluzioni di wealth management o piattaforme fintech, una strategia SEO ben strutturata (come quella che offre la Romi Company, clicca qui per saperne di più) può trasformare il tuo sito in una fonte costante di lead e conversioni. In questo articolo esploreremo in dettaglio quattro pilastri fondamentali per potenziare il traffico organico del tuo brand finance: dall’analisi delle keyword di medio volume all’ottimizzazione on-page, passando per contenuti educational di valore e infine una strategia di link building mirata. Al termine, troverai una lista di 40 keyword mid-tail ideali per il tuo piano editoriale e una meta description ottimizzata.
Indice dei contenuti:
Analisi delle keyword ad alto valore per servizi di asset management
Il primo passo per costruire una solida presenza organica è individuare le parole chiave che combinano un buon volume di ricerca con un’intenzione di ricerca coerente con la tua offerta. Nel settore dell’asset management, le keyword mid-tail, ossia composte da due o tre termini, rappresentano un punto di equilibrio perfetto: captano volumi di ricerca interessanti ma non sono così competitive da risultare inavvicinabili per un sito in crescita.
Inizia sfruttando strumenti come Google Keyword Planner, SEMrush o Ahrefs per estrarre un elenco di potenziali keyword. Focalizzati in particolare sulle query che descrivono servizi specifici e che esprimono un bisogno concreto, per esempio “fondi azionari Europa” oppure “consulenza finanziaria online”. L’obiettivo è riconoscere sia keyword transazionali – quelle con un chiaro intento di acquisto o sottoscrizione – sia keyword informative che attirino utenti in fase di valutazione e approfondimento.
Un’analisi di medio livello (mid-tail) dovrebbe includere:
- Volume di ricerca mensile, per capire l’effettiva domanda.
- Livello di difficoltà SEO, per stimare quanto sarà impegnativo posizionarsi.
- Intenzione di ricerca, distinguendo tra chi vuole comparare prodotti, chi cerca opinioni o chi è pronto a richiedere un contatto.
Un approccio avanzato prevede l’incrocio di dati: per esempio, integrando le query rivelate da Google Search Console con le ricerche interne del tuo sito (barra di ricerca, pagine più visitate, temi più cliccati). Questo ti consentirà di intercettare le keyword mid-tail realmente utilizzate dai tuoi potenziali investitori, spesso diverse da quelle generate in modo puramente teorico dagli strumenti SEO.
Infine, organizza le keyword in un foglio di calcolo raggruppandole per pillar topic – ad esempio “ETF sostenibili”, “gestione patrimoniale digitale”, “analisi portafoglio investimenti” – e assegna a ciascuna una pagina di destinazione potenziale, per garantire che ogni termine abbia un “home” naturale all’interno del sito.
Ottimizzazione on-page per pagine di fondi e prodotti d’investimento
Dopo aver definito le keyword mid-tail di interesse, l’ottimizzazione on-page diventa il cuore pulsante della tua strategia. Ogni pagina dedicata a un fondo, a un ETF o a un servizio di consulenza finanziaria deve essere modellata intorno alla keyword primaria, senza dimenticare le declinazioni semantiche e le query secondarie che arricchiscono il contesto.
Title tag e URL: il title tag dovrà contenere la keyword principale nelle prime posizioni, rispettando un limite ideale di circa 60 caratteri per non venire troncato nei risultati di ricerca. L’URL dovrà essere breve e descrittivo, separando le parole con trattini e includendo la keyword.
Meta description: in non più di 155 caratteri, deve riassumere in modo coinvolgente i contenuti della pagina, richiamare la keyword e invitare all’azione, per esempio proponendo un report gratuito o un contatto personalizzato.
Struttura H1 e H2: utilizza un unico H1 per riprendere chiaramente il titolo della pagina e suddividi i paragrafi con H2 descrittivi, come “Strategie di diversificazione”, “Costi e commissioni” e “Rischi e performance”. Evita di introdurre ulteriori livelli di H3 per mantenere la gerarchia semplice e scorrevole.
Contenuto testuale: distribuisci la keyword principale e le sue varianti in modo naturale, evitando ripetizioni eccessive. Arricchisci il testo con dati numerici, esempi concreti e casi studio: i motori di ricerca premiano i contenuti approfonditi e ben strutturati. Inserisci inoltre una sezione di domande frequenti, riprendendo quesiti reali provenienti dal supporto clienti o dalle chat interne.
Immagini e alt text: ogni grafico o fotografia deve essere accompagnato da un testo alternativo descrittivo che includa una delle keyword secondarie, ad esempio “grafico rendimenti fondi azionari Europa”.
Internal linking: collega la pagina a guide di approfondimento, confronti tra prodotti e glossari tematici, così da migliorare l’esperienza di navigazione e distribuire il “link juice” tra le pagine.
Non trascurare mai le Core Web Vitals: ottimizza la velocità di caricamento mediante compressione delle immagini, attivazione del lazy loading e minimizzazione di CSS e JavaScript. Una pagina veloce e reattiva riduce il tasso di abbandono e favorisce un posizionamento migliore.
Contenuti educational per attrarre investitori qualificati
Creare contenuti di valore rappresenta una delle leve più efficaci per stabilire la tua azienda come punto di riferimento nel settore finance. I potenziali investitori cercano non solo un prodotto, ma anche un partner affidabile che li guidi attraverso mercati complessi e regolamentazioni stringenti.
Puntare sull’educational marketing significa innanzitutto costruire fiducia: guide approfondite e studi di settore dimostrano la tua competenza e riducono le barriere di diffidenza. Inoltre, offrendo white paper o report esclusivi in cambio di dati di contatto, arricchisci il tuo database di prospect realmente interessati. Infine, un calendario editoriale costante mantiene viva l’attenzione sul tuo brand, spingendo gli utenti a tornare per nuovi approfondimenti.
Tra i formati consigliati:
- Guide PDF scaricabili, come “Asset allocation per risparmiatori under 35” o “Guida pratica all’analisi dei fondi ESG” (Nel confezionare la tua Guida pratica all’analisi dei fondi ESG, è fondamentale offrire ai lettori un quadro chiaro delle ultime evoluzioni regolatorie. Un ottimo approfondimento è l’articolo “Il pacchetto Omnibus e i cambiamenti nella normativa Ue sulla sostenibilità”)
- Webinar e video-corsi, con sessioni live tenute da portfolio manager su temi quali “Mercati emergenti vs mercati sviluppati”
- Articoli di blog e infografiche, che semplificano argomenti complessi come il TER di un fondo
- Podcast e interviste con analisti, CFO di PMI o responsabili fintech, per approfondire novità normative e trend di mercato
Per massimizzare l’efficacia, programma i contenuti in corrispondenza di eventi di settore – bilanci trimestrali, scadenze fiscali, saloni fintech – e promuovili attraverso newsletter, social media e collaborazioni con influencer di nicchia.
Link building con partner fintech, media finanziari e istituzioni autorevoli
Una volta ottimizzate le pagine e creati contenuti di qualità, è fondamentale rafforzare l’autorità del tuo dominio attraverso link building mirata. Nel finance, i backlink provenienti da fonti affidabili accrescono la fiducia sia degli utenti sia degli algoritmi di Google.
Tra le tattiche più efficaci:
- Guest post su blog fintech e siti di news economiche, proponendo articoli in qualità di esperto e inserendo link naturali al tuo sito
- Comunicati stampa per ogni nuova partnership o prodotto, veicolati su testate specializzate
- Collaborazioni con università e think tank, offrendo dati esclusivi per studi accademici e ottenendo backlink da domini istituzionali
- Eventi congiunti e webinar con partner strategici, con promozione sui loro canali e link diretti
- Iscrizione a directory selettive di servizi finanziari, curando la qualità delle fonti ed evitando elenchi troppo generici
È essenziale monitorare costantemente il profilo dei backlink con strumenti come Ahrefs o Majestic, per rimuovere eventuali link tossici e identificare nuove opportunità analizzando quelli dei competitor. Ricorda: pochi link di alta autorevolezza sono molto più preziosi di decine di backlink da siti di scarso rilievo.