AGGIORNAMENTO ORE 10:30 – Da giovedì scorso, le nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti stanno scuotendo l’Unione Europea.
Il presidente Donald Trump ha deciso di applicare dazi del 15% su una vasta gamma di prodotti europei, mentre Bruxelles si prepara a rispondere a questa mossa. Ma l’accordo tra Trump e Ursula von der Leyen non si limita solo ai dazi: ci sono anche impegni di investimento che potrebbero ridefinire radicalmente le relazioni commerciali transatlantiche.
Le nuove tariffe e le promesse di investimento
Le nuove tariffe, entrate in vigore a mezzanotte, rappresentano un colpo significativo per molte aziende europee. Trump ha chiarito la sua intenzione di aumentare la pressione sull’Europa affinché investa massicciamente negli Stati Uniti. L’accordo prevede investimenti europei complessivi per 1.350 miliardi di dollari: 600 miliardi destinati a vari settori entro il 2029 e 750 miliardi per l’acquisto di energia. Ma come ha reagito Bruxelles? Con cautela.
Un portavoce della Commissione Europea ha sottolineato: “Gli impegni non sono vincolanti. La Commissione non ha il potere di imporre investimenti privati. Si tratta di intenzioni espresse in buona fede.” Nonostante queste affermazioni, Trump non ha esitato a minacciare di aumentare le tariffe dal 15% al 35% se l’Europa non dovesse rispettare le promesse di investimento. È chiaro che la situazione è tesa e incerta: come si evolverà questa battaglia commerciale?
Bruxelles cerca alternative
In questo contesto di crescente pressione statunitense, Bruxelles sta cercando di diversificare le sue relazioni commerciali. Il presidente della Commissione ha annunciato che entro la fine di settembre ci saranno novità significative sull’accordo commerciale con il Mercosur. Questa mossa rappresenta un chiaro segnale che l’Unione Europea non intende restare ostaggio delle minacce americane, ma sta attivamente esplorando altre opportunità commerciali.
È un tentativo di mitigare l’impatto delle politiche di Trump e garantire che l’Europa non dipenda esclusivamente dagli Stati Uniti per i suoi scambi commerciali. La situazione è in continua evoluzione: le prossime settimane potrebbero rivelarsi cruciali per la definizione di nuove strategie economiche europee. Sarà interessante vedere quali strade sceglierà Bruxelles per garantire la propria autonomia.
La Svizzera in difficoltà
Ma non è solo l’Unione Europea a trovarsi in difficoltà. La situazione è complessa anche per la Svizzera. Secondo fonti, gli Stati Uniti hanno imposto dazi anche sulle importazioni di lingotti d’oro da un chilo, una decisione che potrebbe sconvolgere il mercato globale. La Svizzera, infatti, è il maggior polo di raffinazione dell’oro al mondo, e queste nuove tariffe potrebbero infliggere un duro colpo all’industria locale.
Già colpita da precedenti dazi del 39% imposti da Trump, la Svizzera si trova ora a fronteggiare una doppia sfida: mantenere la competitività nel mercato globale e affrontare le pressioni economiche derivanti dalla politica commerciale statunitense. La resilienza della sua economia sarà messa a dura prova nei prossimi mesi. Come si adatterà la Svizzera a questo nuovo scenario commerciale?