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Coldiretti: le priorità dell’agricoltura italiana secondo Ettore Prandini

In un’epoca di profondi cambiamenti ecologici e geopolitici, Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, mette in luce quanto sia fondamentale mantenere un dialogo costante con le istituzioni per salvaguardare il futuro dell’agricoltura italiana.

In un’intervista esclusiva, Prandini affronta le sfide e le priorità dell’organizzazione, evidenziando l’urgente necessità di rivedere la Politica Agricola Comune e di proteggere il nostro amato made in Italy.

Le sfide dell’agricoltura italiana nel prossimo quinquennio

Prandini sottolinea che la vera sfida consiste nel mettere al centro l’imprenditore agricolo. “Creare un meccanismo di redistribuzione del valore lungo la filiera è fondamentale”, afferma con decisione. La valorizzazione della trasformazione dei prodotti e la presenza delle aziende agricole sui mercati internazionali diventano così cruciali per affrontare le sfide future. Ma ti sei mai chiesto come possono le piccole e medie imprese agricole rimanere competitive? Prandini insiste che è essenziale partire dai dati: “L’agricoltura italiana è tra le più sostenibili a livello globale. Possiamo dimostrarlo con studi e ricerche. Dobbiamo continuare a innovare, ad esempio con energie rinnovabili e tecnologie avanzate”, aggiunge, portando un messaggio di speranza e determinazione.

Sostenibilità e competitività: un equilibrio necessario

La sostenibilità è un tema cruciale e Prandini chiarisce che è possibile conciliare la tutela dell’ambiente con le esigenze economiche delle aziende. “Non demonizziamo l’uso di fitosanitari, sono strumenti necessari per proteggere le coltivazioni. È un costo per gli agricoltori”, afferma, portando alla luce un aspetto spesso trascurato. E che dire della produzione di energie rinnovabili, come il biogas? Rappresenta una strada percorribile per migliorare l’impatto ambientale senza compromettere i profitti.

Il dibattito sul Nutri-Score e sugli alimenti sintetici è un altro argomento caldo. “L’Italia ha preso una posizione chiara, vietando la commercializzazione di alimenti sintetici. La nostra azione non è solo difensiva, ma tutela la salute dei cittadini”, continua Prandini. Non dimentica di sottolineare che il Nutri-Score potrebbe ingannare i consumatori, favorendo prodotti industriali e danneggiando le vere eccellenze agroalimentari italiane.

Strategie per il made in Italy e contrasto all’Italian Sounding

Nonostante l’export agroalimentare italiano abbia raggiunto livelli record, ci sono ancora ostacoli come dazi e concorrenza sleale. Prandini insiste sull’importanza della reciprocità nei commerci: “Dobbiamo garantire che le regole siano le stesse per tutti, altrimenti si crea un terreno di gioco sbilanciato”. Ma come possiamo affrontare il fenomeno dell’Italian Sounding? Il presidente di Coldiretti sottolinea la necessità di una presenza concreta sui mercati. “Chiediamo un aumento delle risorse per comunicare le nostre eccellenze nel mondo. La tecnologia, come i QR code, può aiutare a rendere trasparente la provenienza dei prodotti”, spiega Prandini, facendo eco a una battaglia fondamentale per valorizzare il vero made in Italy e rispondere alla crescente domanda globale.

Il ruolo dell’Europa e la necessità di una nuova visione politica

Prandini non risparmia critiche all’operato della Commissione Europea, accusando una delega eccessiva ai burocrati. “L’Europa deve fare di più. Gli Stati Uniti investono quattro volte di più nella loro politica agricola. È tempo di riflettere su come ristrutturare i nostri investimenti”, sostiene, facendo eco a un pensiero condiviso da molti nel settore. La geopolitica del cibo sta cambiando: la Cina ha posto il cibo al centro della sua strategia, mentre l’Europa sembra aver disincentivato la produzione agricola, dimostrando una visione miope. “Serve una nuova strategia politica che risponda alle reali esigenze del nostro settore”, conclude Prandini, lasciando aperta una questione cruciale per il futuro dell’agricoltura italiana.

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