Negli ultimi mesi, l’andamento dei tassi di interesse applicati dalle banche sui mutui ha suscitato preoccupazioni tra gli italiani.
Con i recenti TAGLI DECISI dalla Banca Centrale Europea (Bce) a partire da giugno 2024, i mutui hanno registrato un notevole incremento, superando i 12 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi. Tuttavia, la trasmissione della politica monetaria dalle banche alle famiglie appare bloccata, con tassi applicati ben oltre il livello di riferimento Bce.
La situazione attuale dei mutui in Italia
Nel contesto attuale, le banche hanno aumentato l’erogazione di mutui, con un incremento significativo che ha portato il volume totale a 435,1 miliardi di euro a luglio 2025. Questo segna un’inversione di tendenza rispetto al periodo di contrazione tra la fine del 2022 e l’inizio del 2024, quando l’inasprimento dei tassi da parte della Bce aveva congelato il mercato. Tuttavia, il tasso annuo effettivo globale (Taeg) si attesta attualmente al 3,61%, un valore che non riflette completamente i tagli dei tassi ufficiali, rimasti al 2%.
Il differenziale tra il tasso Bce e i tassi applicati dai prestatori è ancora superiore a 1,6 punti percentuali, evidenziando una chiara disconnessione. Nonostante la BCE abbia abbassato i tassi, le banche hanno preferito mantenere i margini di profitto, negando ai clienti i benefici di una politica monetaria espansiva.
Fattori che influenzano la dinamica dei mutui
Le ragioni di questa situazione sono molteplici. In primo luogo, la prudenza degli istituti di credito è alimentata da un quadro macroeconomico internazionale incerto. Le banche, più ritrose a erogare mutui, sembrano privilegiare il mantenimento di margini di interesse elevati piuttosto che trasferire il beneficio della riduzione del costo del denaro ai consumatori.
In secondo luogo, la debolezza della domanda di mutui da parte delle famiglie ha contribuito a questa stagnazione. Con l’aumento dei tassi e le incertezze economiche, molte famiglie esitano a impegnarsi in finanziamenti a lungo termine. Questo scenario ha un impatto diretto sulla ripresa economica, penalizzando in particolare le famiglie più vulnerabili, che faticano ad accedere al credito.
«Le famiglie italiane vivono oggi in un equilibrio precario», afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. «Crescono i prestiti a breve termine, mentre cala lo slancio verso i mutui e gli investimenti strutturali». La necessità di sostenere spese quotidiane ha portato le famiglie a concentrarsi su prestiti più accessibili e meno onerosi.
Prospettive future e conclusioni
Guardando avanti, la situazione richiede attenzione. Le banche devono trovare un equilibrio tra la prudenza necessaria e la responsabilità verso i clienti. La trasmissione della politica monetaria deve essere ripristinata affinché i benefici dei tassi ridotti possano effettivamente tradursi in condizioni di credito più favorevoli per le famiglie.
È fondamentale che le autorità di vigilanza monitorino attentamente queste dinamiche e intervengano per garantire che le politiche monetarie della Bce raggiungano le famiglie italiane in modo efficace. Senza un intervento adeguato, il rischio è che il mercato immobiliare continui a escludere le fasce più deboli della popolazione, rendendo il sogno di acquistare una casa sempre più irraggiungibile.