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Come le influenze non monetarie plasmano le decisioni di politica economica

In un recente intervento all’Economic Club di New York, il governatore della Federal Reserve, Stephen Miran, attualmente in congedo dal Consiglio degli Economisti della Casa Bianca, ha affrontato temi cruciali sotto il tema delle forze non monetarie e le loro implicazioni per la politica monetaria.

Le sue osservazioni hanno rivelato un cambiamento di prospettiva riguardo al tasso di interesse neutrale, spesso indicato come r*. Questo articolo mira a dissezionare queste intuizioni e offrire una comprensione più chiara delle complessità economiche coinvolte.

La percezione evolutiva di r*

Storicamente, le opinioni di Miran su r* hanno subito una trasformazione. Prima della sua esperienza alla CEA, sosteneva che r* fosse in una traiettoria ascendente. Tuttavia, le sue dichiarazioni recenti indicano una convinzione che esso sia effettivamente diminuito. Questa apparente contraddizione solleva interrogativi sui fattori sottostanti che influenzano queste valutazioni, in particolare il ruolo delle entrate tariffarie nell’attuale panorama economico statunitense.

Entrate tariffarie e risparmi nazionali

Miran ha evidenziato che un aumento delle entrate tariffarie, affiancato da una silenziosa riduzione delle entrate fiscali, contribuisce a un r* più basso. Questa affermazione è particolarmente interessante, considerando le proiezioni dell’Ufficio del Bilancio del Congresso (CBO), che indicano che le tariffe potrebbero potenzialmente ridurre il deficit federale di oltre $380 miliardi all’anno nel prossimo decennio. Tale alterazione significativa nella disponibilità di fondi prestabili potrebbe avere profonde implicazioni per i risparmi nazionali.

Le dinamiche di questa situazione sono complesse. Piccole variazioni nei prezzi di alcuni beni a causa delle tariffe hanno scatenato un aumento dell’ansia tra gli economisti. Miran sostiene che, mentre i paesi esportatori potrebbero dover ridurre i loro prezzi, gli effetti complessivi sui risparmi nazionali potrebbero essere sostanziali. Le stime del CBO suggeriscono che un cambiamento dell’1% nel rapporto deficit/PIL possa comportare una variazione di r* di quasi quattro decimi di punto percentuale, illustrando quanto questi fattori siano interconnessi.

L’interazione tra politica fiscale e crescita economica

Oltre alle tariffe, Miran ha affrontato le implicazioni delle recenti riforme fiscali sui risparmi nazionali e sulla crescita economica. Le riforme fiscali attuate all’inizio di quest’anno dovrebbero aumentare i risparmi nazionali di circa $3,83 trilioni nel prossimo decennio, portando a una corrispondente diminuzione di r* di circa mezzo punto percentuale. Questa relazione sottolinea l’importanza della politica fiscale come strumento per influenzare le condizioni economiche complessive.

Crescita degli investimenti e i suoi effetti

Inoltre, la CEA prevede che la legge fiscale stimolerà aumenti annuali degli investimenti fino al 10% rispetto ai precedenti standard politici. Questo aumento degli investimenti è probabile che elevi r* e, di conseguenza, il tasso di interesse federale appropriato di circa tre decimi di punto. Sebbene i dati dei secondi e terzi trimestri fiscali indichino una notevole diminuzione del deficit federale, resta da vedere come queste tendenze evolveranno nel tempo.

L’impatto della deregolamentazione e delle politiche energetiche

Un altro aspetto critico della discussione di Miran ha riguardato gli effetti della deregolamentazione e delle politiche energetiche su r*. Ha sottolineato che, sebbene le entrate tariffarie possano aumentare, esse non possono compensare completamente i vuoti finanziari creati da altre azioni legislative, come l’OBBBA. Se r* sta effettivamente aumentando, come suggeriscono alcuni analisti, allora sostenere tassi di interesse più bassi potrebbe implicare una richiesta per un tasso di inflazione target più elevato.

Questa prospettiva si allinea con i modelli economici tradizionali che incorporano una funzione di reazione monetaria e la curva di Phillips. Tali strutture indicano che, se r* aumenta, è necessaria una corrispondente regolazione degli obiettivi di inflazione per allineare efficacemente la politica monetaria con le attuali realtà economiche.

In conclusione, il dibattito sulle forze non monetarie e il loro impatto sulla politica economica evidenzia le intricate relazioni tra tariffe, riforme fiscali e tassi di interesse. Man mano che questi elementi continuano a evolversi, sarà fondamentale monitorare attentamente la loro interazione per comprendere le future tendenze economiche e formulare risposte politiche appropriate.

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