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Europa e Grecia, scontro aperto se non si rispettano gli impegni

L’Europa ammonisce la Grecia: deve mantenere le promesse. L’Ue non ci sta più alla minaccia di default greco. Jean Claude Juncker lo ha detto chiaro ieri notte, dopo sei ore di Eurogruppo: ”Non possiamo andare avanti con un sistema in cui le promesse vengono fatte e ripetute, ma le misure per metterle in atto sono sempre troppo deboli”.
Il ministro delle Finanze greco, Evangelis Venizelos, era arrivato a Bruxelles con un accordo verbale tra governo e partiti su austerità e privatizzazioni. Con quello sperava di riuscire a convincere i colleghi europei a dare il via libera al secondo piano di aiuti da 130 miliardi, ma le decisioni sono state rimandate.

Juncker ha convocato un nuovo Eurogruppo per mercoledì prossimo e ha dettato sei condizioni alla Grecia: 1) ulteriore taglio di 325 milioni di euro alla spesa corrente (che la troika Ue-Fmi-Bce voleva ottenere intervenendo sulle pensioni e che invece i partiti hanno bloccato); 2) approvazione in Parlamento del pacchetto di riforme (che tra l’altro prevede il taglio del 22% sui salari minimi e di 150.000 funzionari pubblici entro il 2015); 3) impegno scritto dei leader dei partiti a rispettare i piani anche dopo le elezioni di aprile.
Ad Atene le condizioni sono state prese come uno schiaffo in faccia.
Jose’ Manuel Barroso oggi ha addolcito i toni europei e si è  detto ”fiducioso” che si troverà una soluzione.

Foto by http://www.linkiesta.it/sites/default/files/imagecache/immagine_620_fixed/uploads/articolo/immagine-singola/000_Par6260922_0.jpg

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