Giugno 2025 si apre con una notizia non proprio rassicurante: l’Istat ha registrato un abbassamento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, scendendo da 96,5 a 96,1.
Questo non è solo un numero, ma un campanello d’allarme che coinvolge tutte le componenti, a eccezione delle aspettative riguardo alla situazione economica generale e alla disoccupazione. Come mai i consumatori si sentono sempre più ansiosi, mentre le imprese invece sembrano avere una visione più rosea? Scopriamolo insieme.
Fiducia dei consumatori: un quadro negativo
Il clima di fiducia dei consumatori ha mostrato segnali di debolezza a giugno 2025. Se da un lato il clima economico è aumentato da 97,5 a 99,6, dall’altro il clima personale è sceso da 96,1 a 94,8, e quello corrente da 98,6 a 97,9. È allarmante, soprattutto considerando che ci avviciniamo alla stagione estiva, tradizionalmente un periodo di spese più elevate per le famiglie. Ma cosa frena le famiglie italiane? L’aumento dei prezzi dei carburanti, dei voli e dei servizi turistici, insieme a crisi geopolitiche come l’attacco in Iran, pesano notevolmente sulle decisioni di spesa. È comprensibile, vero?
Il Codacons ha evidenziato questa situazione preoccupante, segnalando che le famiglie tendono a essere più ottimiste in questo periodo dell’anno. La diminuzione della fiducia potrebbe riflettersi in una contrazione della spesa, già fragile in un contesto economico complesso. Sarà interessante osservare come questa sfiducia influenzerà le scelte dei consumatori nei prossimi mesi.
Fiducia delle imprese: segnali di crescita
Contrariamente ai consumatori, l’indice di fiducia delle imprese ha mostrato un incremento, passando da 93,1 a 93,9. Questo miglioramento interessa tutti i settori, tranne il commercio al dettaglio, che ha visto una flessione da 102,8 a 101,9. Nella manifattura, la fiducia è aumentata da 86,6 a 87,3, mentre nei servizi di mercato è salita da 94,5 a 95,6. Le costruzioni, in particolare, hanno registrato un aumento significativo, passando da 102,1 a 103,4. Curioso, non è vero? Come mai le imprese sembrano così ottimiste?
Entrando nei dettagli, la manifattura ha visto un calo nei giudizi sugli ordini, ma un miglioramento nelle attese sulla produzione. Le costruzioni hanno mostrato attese positive sull’occupazione, con giudizi sugli ordini stabili. Nei servizi, si sono registrati incrementi nei giudizi su ordini e andamento degli affari, sebbene le aspettative siano rimaste praticamente invariate. I servizi di trasporto e magazzinaggio hanno evidenziato l’aumento più marcato, mentre i servizi turistici hanno subito una leggera riduzione.
Analisi delle performance economiche
Passando a un’analisi più dettagliata, nel mese di aprile 2025 il fatturato dell’industria ha mostrato una crescita dell’1,5% in valore e dell’1,6% in volume. Il mercato interno ha segnato un incremento del 1,9% in valore, mentre l’estero ha registrato un +0,7%. Anche i servizi hanno mostrato segni di crescita, con un aumento dello 0,5% in valore e dello 0,4% in volume. Un’ottima notizia, ma c’è un rovescio della medaglia: il settore dell’energia ha subito un crollo del -13,4%. Tuttavia, i beni di consumo e strumentali hanno mostrato incrementi significativi, suggerendo una ripresa parziale della domanda.
In conclusione, l’analisi dei dati di fiducia dei consumatori e delle imprese offre un quadro contrastante dell’economia italiana. Mentre le imprese sembrano ottimiste riguardo al futuro, i consumatori manifestano preoccupazioni crescenti che potrebbero influenzare le loro abitudini di spesa nei prossimi mesi. Come si evolverà questa situazione? Solo il tempo potrà dircelo.