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I paesi poveri

Il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha detto che, al summit con i leader mondiali del prossimo mese, farà pressioni affinché vengano mantenute le promesse sugli aiuti umanitari ai paesi poveri ma ha, al tempo stesso, espresso la preoccupazione che la crisi globale possa indebolirne la risolutezza.

In una intervista concessa alla Reuters, il segretario generale ha specificato che, pur essendo stato rassicurato dai leader dei paesi sviluppati sul fatto che non avrebbero ridotto la portata dei loro aiuti, persiste la paura che queste promesse non possano essere, alla lunga, mantenute.

“Dal momento che la situazione sta ulteriormente peggiorando, sono preoccupato che questo influirà sulla volontà e sulla capacità di reperire risorse per i paesi in via di sviluppo”, ha detto Ban Ki-moon. “Il mio compito è di mantenere i leader mondiali aderenti alla via tracciata”.

Ban ha riferito come non sia sua intenzione accettare alcun ritardo circa gli obiettivi concordati per il miglioramento delle condizioni di vita dei poveri, sebbene un importante consigliere delle Nazioni Unite abbia segnalato come i Millenium Development Goals possano non essere raggiunti nei tempi previsti.

Gli otto Mdg, annunciati nel 2000, fissano gli obiettivi per la lotta a povertà, fame e malattie entro il 2015. Ma l’economista Jeffrey Sachs, consigliere di Ban, ha già annunciato in Tanzania la scorsa settimana che la data potrebbe dover essere posticipata.

“Non possiamo modificare questa data. Il 2015 è il limite ultimo e quindi dobbiamo essere in grado di raggiungere gli obiettivi entro quell’anno”, ha ribattuto Ban.

Il segretario ha anche aggiunto che avrebbe scritto a tutti i leader che parteciperanno al G20 di Londra, il prossimo 2 aprile, per sollecitarli a non perdere di vista la condizione dei poveri anche in un momento in cui l’attenzione è rivolta alle modalità con cui uscire dalla crisi.

“Questo sarà il mio messaggio forte per i leader del G20″, ha detto Ban che parteciperà al summit che riunisce le più grandi economie mondiali e i maggiori paesi in via di sviluppo, come India e Brasile.

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