Giorgio Armani, il leggendario stilista italiano, è scomparso a Milano all’età di 91 anni, lasciando un’eredità valutata circa 12 miliardi di euro secondo Forbes.
La successione è già un tema caldo, coinvolgendo tre nipoti, una sorella e altri familiari. La pianificazione della successione, avviata dallo stesso Armani, si preannuncia complessa ma ben strutturata.
Eredità e patrimonio
Il patrimonio di Giorgio Armani è impressionante: il gruppo Armani vanta un fatturato di 2,3 miliardi di euro e utili di 600 milioni di euro in quattro anni, con oltre 8.000 dipendenti. Oltre al celebre marchio di moda, il gruppo comprende anche ristoranti e alberghi, come la recente acquisizione della storica Capannina di Viareggio, un gesto significativo che ricorda il grande amore della sua vita, Sergio Galeotti, scomparso prematuramente. Armani aveva già delineato le linee guida della sua successione nel suo libro autobiografico Per Amore, pubblicato nel 2022.
“La successione la ho in mente, e ci sarà”, aveva dichiarato Armani, indicando i suoi luogotenenti: Leo Dell’Orco e Silvana Armani, la nipote quasi settantenne. Silvana è figlia del defunto fratello Sergio e ha una sorella, Roberta, di 54 anni. Andrea Camerana, 55 anni, è il nipote che porta avanti il legame con la famiglia Agnelli.
Struttura della successione
La successione prevede sei categorie di azioni, suddivise da A a F, oltre a due senza diritto di voto. Secondo le disposizioni, i soci di categoria A avranno il 30% del capitale, mentre quelli di categoria F il 10%. Le categorie A e F, combinando il loro potere, detengono oltre il 53% dei voti nelle assemblee. Questo scenario rende evidente il potere decisionale che le famiglie coinvolte avranno nel futuro della maison.
Giorgio Armani controllava il 99,9% del gruppo, mentre lo 0,1% è assegnato alla Fondazione a lui intitolata, che giocherà un ruolo cruciale nella successione. I soci della categoria A possono nominare tre membri del consiglio, tra cui sarà scelto il presidente, mentre i soci F possono nominare due consiglieri, tra cui il CEO. Questa struttura complessa è stata redatta in un documento dettagliato nel 2016, successivamente rivisto nel 2023.
Prospettive future e sfide
Con la scomparsa del fondatore, il consiglio di amministrazione, che include figure come Leo Dell’Orco e Federico Marchetti, avrà un compito arduo: mantenere l’unità del gruppo e prepararlo per una possibile quotazione in Borsa nei prossimi cinque anni. Per approvare modifiche significative, come fusioni o aumenti di capitale, sarà necessaria la maggioranza qualificata del 75% dei voti. Inoltre, le retribuzioni degli amministratori dipenderanno dal voto favorevole della maggioranza.
La successione di Giorgio Armani non è solo una questione di eredità finanziaria, ma una sfida per mantenere viva la visione e l’eredità del fondatore. La ricerca di un manager che possa guidare il gruppo nel futuro sarà cruciale per preservare il patrimonio costruito in oltre cinquant’anni di attività. La strada da percorrere è complessa, ma la pianificazione dettagliata potrebbe garantire continuità e successo a lungo termine.