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Le sfide del rinnovo dei CDA delle aziende partecipate

Il rinnovamento dei consigli di amministrazione delle cinque principali aziende partecipate italiane – Eni, Enel, Poste, Leonardo e Terna – è previsto per la primavera del 2026.

Sebbene manchi ancora tempo, il movimento strategico in vista delle nomine è già in corso, con molteplici incroci e possibili scenari. In questo contesto, è fondamentale analizzare le attuali leadership e le potenziali sostituzioni.

La situazione in Eni e le prospettive di Claudio Descalzi

Attualmente, Eni è guidata da Claudio Descalzi, amministratore delegato da quattro mandati consecutivi. La sua posizione è solida, sostenuta da una buona reputazione presso il governo, in particolare con il premier Giorgia Meloni. Tuttavia, dopo dodici anni di intensa attività, Descalzi potrebbe considerare un ruolo meno operativo, magari quello di presidente con deleghe significative. L’ipotesi di un successore è aperta: se in passato si optò per una promozione interna, ora si potrebbe guardare anche all’esterno per trovare un nuovo leader.

Enel, Leonardo e le sfide dei leader attuali

In casa Enel, Flavio Cattaneo ha portato l’azienda a risultati record, riducendo il debito e raggiungendo il miglior bilancio di sempre. Dunque, la sua permanenza non sembra in discussione, a meno che non decida di fare un passo indietro. Per quanto riguarda Leonardo, l’azienda ha visto un significativo incremento del valore delle azioni, complici le tensioni internazionali. Roberto Cingolani, attuale amministratore, potrebbe rimanere a meno di un’offerta per un ruolo di maggiore responsabilità in Eni. In tal caso, Lorenzo Mariani, attualmente condirettore generale di Mdba, potrebbe essere il suo successore.

Le prospettive per Terna e Poste

Giuseppina Di Foggia, alla guida di Terna, ha ottenuto risultati lodevoli, rendendo improbabile una sua sostituzione. La sua posizione è ulteriormente rafforzata dalla necessità di garantire la rappresentanza femminile ai vertici aziendali. Infine, Matteo Del Fante ha trasformato Poste Italiane in un colosso finanziario, diversificando l’azienda oltre il core business delle spedizioni. Il suo futuro è legato a possibili avanzamenti, come una chiamata a guidare Generali. Se ciò accadesse, Giuseppe Lasco, attuale direttore generale del gruppo, potrebbe subentrare.

In conclusione, mentre ci avviciniamo alle nomine del 2026, le discussioni e le speculazioni sono già in atto. Le prossime settimane e mesi saranno cruciali per definire il futuro di queste importanti aziende italiane.

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