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L’industria del riciclo in Italia: sfide e opportunità per il futuro

Il contesto attuale del riciclo in Italia

L’industria del riciclo in Italia si distingue come un’eccellenza a livello europeo, contribuendo significativamente all’economia circolare e alla sostenibilità ambientale. Tuttavia, dal 2020, si osserva una contrazione nell’uso circolare delle materie, un fenomeno che solleva preoccupazioni per il futuro del settore. Secondo il rapporto “L’Italia che Ricicla 2024”, elaborato da Ref per Assoambiente, la pandemia ha avuto un impatto negativo sulla transizione verso un’economia circolare, nonostante l’Italia rimanga tra i leader dell’Unione Europea.

Nel 2022, il tasso di circolarità dei materiali in Italia ha raggiunto il 18,7%, superando la media europea dell’11,5%. Tuttavia, i segnali di rallentamento sono già evidenti, con un incremento del consumo di materie prime vergini a scapito dei materiali riciclati, aggravando l’impatto ambientale della produzione italiana.

Le sfide da affrontare

Un dato emblematico è l’aumento dell’impronta di materia, che nel 2023 ha raggiunto una media di 11,1 tonnellate per ogni italiano. Rispetto al 2019, l’impronta materiale dell’economia italiana è cresciuta del 5,5%, mentre in Europa si è registrata una riduzione del 6,3%. Questo evidenzia l’incapacità dell’Italia di disaccoppiare la crescita economica dagli impatti ambientali, un obiettivo cruciale per uno sviluppo sostenibile.

Inoltre, la quota di PIL destinata all’economia circolare si attesta allo 0,7%, inferiore alla media europea e a quella di altri grandi Paesi. Questo rallentamento si riflette anche sul fronte occupazionale, con una perdita di oltre 30mila posti di lavoro nel settore del riciclo dal 2020, l’unico calo tra le principali economie dell’UE.

Proposte per un futuro sostenibile

Per affrontare queste sfide, è necessario un cambio di rotta. L’appello per l’adozione di una “Agenda 2030 per il riciclo” è fondamentale. Questa agenda propone di armonizzare la disciplina giuridica e le procedure burocratiche tra i diversi Paesi dell’UE, al fine di rinforzare il mercato unico dei beni riciclati. È auspicabile l’implementazione di regolamenti UE efficaci per le filiere strategiche, come plastica, carta, metalli e terre rare.

In conclusione, l’industria del riciclo in Italia ha il potenziale per continuare a prosperare, ma è fondamentale che vengano attuati interventi mirati e investimenti significativi per garantire un futuro sostenibile e competitivo. Solo attraverso un impegno collettivo tra istituzioni e operatori del settore sarà possibile invertire la tendenza attuale e promuovere un’economia circolare realmente efficace.

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