Negli ultimi anni, molti investitori avevano accantonato le obbligazioni a causa dei rendimenti estremamente bassi, legati a una lunga fase di tassi d’interesse vicini allo zero. Ma oggi, con il rialzo dei tassi da parte delle banche centrali per contrastare l’inflazione, il panorama è cambiato. Le obbligazioni stanno tornando al centro dell’attenzione, sia per i piccoli risparmiatori sia per gli investitori più esperti. Ma cosa bisogna sapere prima di investire?
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Il contesto attuale: tassi in rialzo, rendimenti più alti
Con l’aumento dei tassi ufficiali da parte della BCE e della Federal Reserve, i nuovi titoli obbligazionari emessi oggi offrono rendimenti sensibilmente più interessanti rispetto al recente passato. Questo vale sia per le obbligazioni governative (come i BTP italiani), sia per quelle corporate, emesse da aziende. Per chi cerca stabilità e flussi di cassa regolari, le obbligazioni possono tornare a essere una componente centrale del portafoglio.
Obbligazioni: cosa sono e come funzionano
Un’obbligazione è, in pratica, un prestito che l’investitore concede a un emittente (Stato o azienda), in cambio di un interesse periodico (cedola) e del rimborso del capitale a scadenza. Esistono diverse tipologie di obbligazioni: a tasso fisso, variabile, indicizzate all’inflazione, convertibili e altro ancora. Ogni categoria presenta vantaggi e rischi specifici, da valutare in base al proprio profilo di investimento.
Durata e rischio: due aspetti da non sottovalutare
Due elementi fondamentali da considerare prima di investire in obbligazioni sono la durata e il rischio di credito.
- Durata (o scadenza): più è lunga la vita residua dell’obbligazione, maggiore è la sua sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse. In periodi di incertezza, molti investitori preferiscono obbligazioni a breve o medio termine per ridurre la volatilità del valore di mercato.
- Rischio di credito: rappresenta la probabilità che l’emittente non riesca a rimborsare il capitale o a pagare le cedole. I titoli di Stato dei Paesi solidi (come i Bund tedeschi) hanno un rischio molto basso, mentre le obbligazioni corporate o high yield (a basso rating) offrono rendimenti più alti, ma anche rischi maggiori.
Obbligazioni e inflazione: attenzione al potere d’acquisto
Un aspetto da non trascurare è l’effetto dell’inflazione sui rendimenti obbligazionari. Anche se le cedole possono sembrare interessanti in valore nominale, in presenza di inflazione elevata il rendimento reale (cioè al netto dell’aumento dei prezzi) può ridursi significativamente. Per questo motivo, può essere utile considerare anche strumenti indicizzati all’inflazione o diversificare il portafoglio con asset reali.
Meglio acquistare direttamente o attraverso fondi?
Gli investitori possono accedere alle obbligazioni sia acquistandole direttamente sul mercato (per esempio tramite la piattaforma online della propria banca), sia tramite fondi comuni o ETF obbligazionari, che permettono una maggiore diversificazione e una gestione professionale. La scelta dipende dalle competenze dell’investitore, dal capitale a disposizione e dagli obiettivi di lungo termine.
Le obbligazioni stanno tornando a essere un’opzione interessante per chi cerca rendimento e stabilità. Tuttavia, come per ogni investimento, è fondamentale valutare attentamente i rischi, la durata, il contesto macroeconomico e il proprio profilo finanziario. In un panorama in continua evoluzione, affidarsi a una consulenza qualificata — come quella offerta dalle principali banche italiane — può fare la differenza tra un investimento consapevole e una scelta affrettata.