Ieri, la Mostra del Cinema di Venezia ha messo sotto i riflettori la musica italiana con la proiezione di tre documentari significativi.
I film “Rumore dentro”, dedicato a Piero Pelù, “Francesco De Gregori Nevegreen” e “Nino. 18 giorni” su Nino D’Angelo, hanno catturato l’attenzione del pubblico e della critica. Le attuali condizioni economiche di questi tre protagonisti della musica nazionale meritano un’analisi approfondita.
Piero Pelù e la liquidazione della Calzaiuoli Real Estate
Piero Pelù, noto co-fondatore e frontman dei Litfiba, ha recentemente abbandonato il settore immobiliare. La Calzaiuoli Real Estate (CRE), di cui Pelù deteneva il 25%, è stata messa in liquidazione durante un’assemblea presieduta da Silvano Gori, ex assessore del comune di Firenze. Fondata nel 2016, la società ha portato a termine la ristrutturazione di un prestigioso palazzo in via Calzaiuoli a Firenze, acquistato dalle Generali con un mutuo di Mps. Con la vendita degli appartamenti completata, è giunto il momento della liquidazione.
Il patrimonio della CRE si è dimostrato significativo, ma ora Pelù e i suoi soci devono affrontare le conseguenze di una decisione difficile. Sul posto confermiamo che la società ha nominato Gori come liquidatore ufficiale, segnando la fine di un capitolo importante per l’artista.
Francesco De Gregori e le sue attività commerciali
Francesco De Gregori, un altro pilastro della musica italiana, controlla due società, Caravan e Serraglio Edizioni Musicali (SEM), con una partecipazione del 90%. Tuttavia, i ricavi della Caravan hanno mostrato una flessione significativa nel 2024, passando da quasi 3 milioni a 1,6 milioni di euro. L’utile è sceso da 631mila euro a 174mila euro. Nonostante ciò, la società ha un patrimonio netto di 2,3 milioni e debiti in calo a 491mila euro.
Per quanto riguarda SEM, i ricavi sono diminuiti da 208mila euro a 190mila euro, ma l’azienda ha comunque registrato un utile di 56mila euro. La situazione economica di De Gregori riflette le sfide che molti artisti stanno affrontando, dovute a un mercato musicale in continua evoluzione.
Nino D’Angelo e il suo recente bilancio
Infine, Nino D’Angelo, cantautore e attore napoletano, ha chiuso il 2024 con un piccolo utile di 66mila euro. Tuttavia, i ricavi sono crollati da oltre un milione a 575mila euro, evidenziando una crisi simile a quella dei suoi colleghi. Questo calo rappresenta una sfida considerevole per D’Angelo, che deve ora riconsiderare le sue strategie nel panorama musicale attuale.
In conclusione, i tre artisti rappresentano non solo il talento ma anche le difficoltà economiche che molti nel settore musicale stanno affrontando. La Mostra del Cinema di Venezia ha offerto loro una piattaforma per riflettere su questi temi, unendo la passione per la musica a una realtà commerciale complessa.