Il viceministro all’Economia e Finanze, Maurizio Leo, ha tracciato un quadro chiaro delle nuove linee guida della riforma fiscale durante il \”Forum in Masseria\”.
Ma cosa significa tutto questo per le imprese italiane? Tra gli argomenti caldi, l’Ires premiale e la rottamazione delle cartelle. Queste misure non sono solo numeri e statistiche: mirano a sostenere le aziende e a migliorare il rapporto con i contribuenti, evitando il rischio di evasione fiscale e frode. È un cambiamento necessario, ma sarà sufficiente per risollevare il settore?
Strutturalità dell’Ires premiale
Il viceministro Leo ha sottolineato: “Il nostro obiettivo è di rendere strutturale l’Ires premiale, risorse finanziarie permettendo”. Questa affermazione evidenzia l’intenzione del governo di stabilizzare l’Ires premiale nel contesto della prossima legge di bilancio. Ma che cos’è esattamente l’Ires premiale? Semplicemente, rappresenta un incentivo per le imprese, progettato per promuovere la crescita e il rispetto delle normative fiscali. In un periodo di crisi come quello attuale, può rivelarsi fondamentale.
Durante il dibattito, è emersa la necessità di un approccio attento: come possiamo privilegiare le aziende in difficoltà senza incentivare comportamenti scorretti? Leo ha chiarito che l’Ires premiale non sarà una misura generica, ma piuttosto selettiva, rivolta a chi merita realmente supporto. Ha aggiunto: “Dobbiamo evitare che chi ha capacità economiche utilizzi strumenti di rottamazione a danno dello Stato”. Un messaggio diretto e chiaro, che invita a riflettere su come utilizzare al meglio le risorse a disposizione.
La rottamazione delle cartelle: un’analisi critica
Ma non è tutto qui. Un altro tema centrale del dibattito è stato la rottamazione delle cartelle esattoriali. Leo ha specificato che, pur non essendo contrario a questa pratica, è fondamentale analizzare con attenzione chi ne beneficia. “La rottamazione non è che noi siamo contrari, chi è favorevole, se ne parla…”, ha dichiarato. Insomma, l’obiettivo è chiaro: evitare che si ripetano le situazioni del passato, dove solo il 50% dei debitori onorava i propri impegni.
Inoltre, Leo ha messo in guardia contro il rischio di ripetere errori precedenti. Come garantire che la rottamazione non avvantaggi chi non paga mai? Ha sottolineato la necessità di mirare a una riduzione delle cartelle da rottamare, escludendo i recidivi. Un passo necessario per un sistema fiscale più equo.
Il concordato come strumento di riforma fiscale
Non finisce qui: il viceministro ha anche discusso della proposta di concordato per i soggetti con un fatturato inferiore a 5,128 milioni di euro. Questo strumento è considerato un tassello cruciale nella riforma fiscale in corso. “Vogliamo lavorare ex ante, quindi evitare accertamenti, contenziosi che sono sicuramente elementi negativi per le imprese”, ha affermato Leo, sottolineando l’importanza di prevenire piuttosto che curare.
Il nuovo concordato prevede che l’amministrazione finanziaria proponga un piano basato sui dati del contribuente. “Il contribuente può aderire entro settembre per il 2025-26”, ha aggiunto Leo. Un’opportunità per semplificare le relazioni tra fisco e imprese, offrendo una chance di regolarizzazione senza penalizzazioni immediate. È un cambio di passo che potrebbe davvero fare la differenza.
Infine, il viceministro ha sottolineato che le recenti modifiche nel calendario fiscale, come il rinvio del termine per il versamento delle imposte al 21 luglio, sono pensate per fornire più tempo alle categorie per assimilare le nuove misure. “Tutti i tasselli del mosaico ora sono a posto”, ha concluso, evidenziando le potenzialità positive della riforma per le imprese meno strutturate. Una nota di speranza in un contesto che, per molti, è ancora complesso e incerto.