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Scuola tra ricari e tasse

L’inizio dell’anno scolastico comporta sempre molte spese, tra tasse, libri e “corredo” completo.
Come se questo non bastasse molto spesso ci sono anche dei contributi “volontari” che poi tanto volontari non sono.
A segnalarlo l’Adiconsum secondo cui esiste una vera e propria tassa occulta che grava sul diritto allo studio per una spesa pari a circa 100-150 euro. Si tratta appunto del “contributo volontario” che gli istituti scolastici richiedono all’atto di iscrizione, ovvero “un erogazione liberale a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado e che deve essere finalizzata all’innovazione tecnologica e all’edilizia scolastica e all’ampliamento dell’offerta formativa”.
“Il contributo volontario – continuano – non può pertanto essere considerato obbligatorio ai fini dell’iscrizione alla scuola pubblica, ma le scuole lo richiedono comunque”.
In tal modo questa cifra finisce con l’appesantire il bilancio familiare, tanto è che tale contributo è detraibile dalla dichiarazione dei redditi per circa il 19%.
Tutto ciò senza contare che nonostante il Ministero abbia fissato i tetti di spesa per quanto concerne i testi scolastici, vera spino nel fianco di mamme e papà, le scuole continuano ad aggirare la norma con i cosiddetti testi consigliati che poi diventano obbligatori.
Per cercare di far fronte a questi aumenti ingiustificati l’Adiconsum da una serie di consigli alle famiglie, come ad esempio quello di ricordarsi che esistono delle agevolazioni per le famiglie con reddito fino a 15mila euro annui, grazie ai quali è possibile acquistare i libri risparmiando fino al 50%.
O ancora, Adiconsum ricorda che il Ministero prevede la possibilità dei libri in comodato d’uso, una forma di “affitto” dei libri agli studenti che in questo caso si devono rivolgere alle scuole.

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