Negli ultimi giorni, è emersa una notizia di grande rilevanza nel panorama economico italiano.
La Guardia di Finanza ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo che riguarda la holding lussemburghese Lagfin S.C.A., con un valore complessivo superiore a 1,2 miliardi di euro. Questo sequestro è il frutto di un’indagine avviata dalla Procura di Monza, sotto la guida del procuratore Claudio Gittardi.
Indice dei contenuti:
Dettagli dell’indagine
L’operazione ha avuto inizio a seguito di una verifica fiscale mirata a controllare le attività della holding Lagfin, che detiene il controllo della nota azienda Davide Campari Milano. L’indagine ha rivelato presunti reati di dichiarazione fraudolenta e responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. In particolare, al centro della questione vi è una fusione per incorporazione che ha visto Lagfin assorbire la sua controllata italiana.
Fusione e plusvalenze non dichiarate
Nel corso di questa fusione, i finanzieri hanno scoperto che non erano state dichiarate plusvalenze derivanti da un’imposta nota come ‘exit tax’, che ammontano a oltre 5,3 miliardi di euro. Queste plusvalenze si riferiscono a guadagni realizzati dalla società italiana prima della sua fuoriuscita dal territorio nazionale. La normativa fiscale stabilisce chiaramente che tali guadagni devono essere tassati, ma nella fattispecie non è stato fatto. Questo ha sollevato interrogativi sulla trasparenza delle operazioni finanziarie della holding.
La posizione di Lagfin
Di fronte a queste accuse, Lagfin ha prontamente risposto, chiarendo che la questione è parte di un contenzioso fiscale che dura da circa due anni e che non ha mai coinvolto direttamente il gruppo Campari. La holding si dichiara convinta di aver sempre operato nel rispetto delle normative fiscali italiane e ha annunciato la sua intenzione di difendersi con fermezza in tutte le sedi appropriate.
Impatto sul gruppo Campari
È importante sottolineare che Lagfin detiene oltre l’80% dei diritti di voto della società Campari, il che significa che il sequestro non dovrebbe intaccare la sua posizione di controllo. Tuttavia, la misura adottata dalle autorità potrebbe avere ripercussioni significative sulla percezione del mercato e degli investitori nei confronti del gruppo. Sebbene Lagfin affermi di non essere in violazione delle leggi fiscali, l’attenzione mediatica su questa vicenda potrebbe influenzare le dinamiche aziendali.
Prospettive future
Il sequestro di oltre 1,2 miliardi di euro rappresenta un episodio di grande importanza nel contesto delle operazioni aziendali internazionali e delle pratiche fiscali. La questione solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità delle operazioni finanziarie delle holding estere che operano in Italia. Mentre Lagfin prepara la sua difesa, il settore rimane in attesa di ulteriori sviluppi sull’esito di questa indagine fiscale, che potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro della holding e del gruppo Campari.
