Una telefonata improvvisa. Una voce sconosciuta che parla di un vecchio debito. Una lettera dal tono perentorio. Così inizia, per molte persone, il confronto con le società di recupero crediti: un’esperienza spesso destabilizzante, che può trasformarsi in un vero incubo se non si conoscono i propri diritti.
Ma fino a che punto possono spingersi questi operatori? Cosa possono fare davvero le società di recupero crediti e quali sono i loro limiti legali?
Capita che le telefonate si facciano insistenti, a volte persino aggressive. E non è raro che le minacce, più o meno velate, portino a pagare somme non dovute, magari per timore di conseguenze peggiori.
Ecco perché è importante conoscere le regole del gioco. Sapere che la legge italiana stabilisce confini precisi per l’attività di recupero crediti: sulle tempistiche, sulle modalità di comunicazione e sulla prescrizione.
Vediamo allora cosa possono fare, e soprattutto cosa non possono fare, le società di recupero crediti e quando il cittadino ha il diritto di dire no.
Indice dei contenuti:
Quando arriva una telefonata dal recupero crediti: cosa significa davvero?
Quando arriva una chiamata da una società di recupero crediti, il primo pensiero è spesso di disorientamento. “A cosa si riferisce questo debito?” è la domanda più frequente, soprattutto quando l’importo richiesto riguarda vecchie bollette, spese dimenticate o importi mai comunicati prima.
Di norma, quando un credito non viene pagato nei tempi previsti, il creditore può affidarne il recupero a soggetti terzi. Ovvero, a queste società, formalmente autorizzate, che hanno poi il compito di sollecitare il pagamento.
Attenzione però: sollecitare non significa intimorire. La legge infatti tutela il debitore e pone dei limiti precisi a ciò che può, o non può, essere detto e fatto in fase di recupero crediti.
Cosa possono fare le società di recupero crediti: azioni concesse e limiti previsti
Una delle domande più comuni quando si viene contattati da una società di recupero crediti è, comprensibilmente, fino a che punto possono spingersi?
La legge stabilisce con chiarezza quali comportamenti sono leciti e quali, invece, superano i limiti previsti.
Ad esempio, le società incaricate del recupero possono inviare lettere, fare telefonate e proporre soluzioni di pagamento.
Non hanno però poteri esecutivi. Non possono, cioè, pignorare beni, accedere al conto corrente o entrare in casa senza che vi sia prima un titolo esecutivo emesso dal giudice (come una sentenza o un decreto ingiuntivo).
Eppure, molti operatori usano toni minacciosi, alludono a provvedimenti imminenti o fanno leva sul senso di urgenza. Il risultato? Chi riceve la chiamata si sente messo all’angolo, spinto a pagare senza riflettere.
Ecco perché è importante ricordare che ogni comunicazione deve rispettare la legge e nessuna società di recupero crediti può sostituirsi a un tribunale.
Ma come accertarsi che la somma sia richiesta lecitamente? In questo caso, un elemento importante da considerare sono i tempi.
Quando il recupero crediti è discutibile? Attenzione a tempi e importi
Nel recupero crediti esistono regole precise su tempi e importi, che possono venire in soccorso nel caso in cui si riceva una chiamata da un loro operatore.
In questi casi, due parole fondamentali da tenere a mente sono “prescrizione” e “proporzione”.
Vediamo, ad esempio, la prescrizione di bollette nel recupero crediti.
Un debito molto vecchio, come una bolletta non pagata da anni, potrebbe non essere più esigibile. Le bollette scadute da tempo cadono infatti in prescrizione e il creditore perde il diritto di pretendere il pagamento. Ma non è raro che le società tentino comunque il recupero, confidando nella paura e nella disinformazione del debitore.
C’è poi il caso del recupero crediti su importo minimo. Qui si intende che una società di recupero crediti può teoricamente chiedere il pagamento di 10 o 20 euro. Ma ha senso farlo con telefonate quotidiane, toni intimidatori, minacce più o meno esplicite? In questi casi, la sproporzione tra mezzo e fine può configurare una pratica scorretta, se non una vera e propria violazione delle norme sulla privacy e la tutela del consumatore.
Quindi, cosa fare se si riceve un sollecito?
Come è facile immaginare, affrontare da soli una richiesta da parte di una società di recupero crediti può essere rischioso, soprattutto se non si conoscono a fondo i propri diritti.
La materia è complessa, i margini di manovra spesso non sono chiari ed è piuttosto facile cedere alla pressione arrivando a fare scelte sbagliate e dannose per il proprio portafoglio.
Ecco perché in casi come questo è sempre consigliabile rivolgersi a realtà che conoscono a fondo la normativa e sappiano leggere l’intera situazione debitoria. Valutando anche eventuali soluzioni legali più ampie, come quelle previste per i casi di sovraindebitamento.
Se è vero che sul mercato ci sono operatori impreparati e società poco trasparenti, per fortuna esistono anche realtà specializzate, che operano eticamente per la tutela del cittadino. Un valido esempio è Legge3.it, azienda italiana fondata da Gianmario Bertollo, che dal 2016 ha assistito più di 300 famiglie nell’affrontare situazioni come quella appena descritta.
I 60 professionisti di Legge3.it operano su tutto il territorio nazionale, affiancando da anni cittadini e famiglie nell’analisi approfondita della propria situazione debitoria.
In particolare, applicano le procedure previste dalla Legge 3/2012 (conosciuta anche come “Legge Salva Suicidi”), oggi inserite nel Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.
Per affrontare una situazione debitoria complessa serve infatti un percorso solido e ben organizzato, capace di ristabilire equilibrio e controllo sulle proprie finanze.
Ecco perché ogni componente del team è formato per interpretare correttamente documenti, solleciti e comunicazioni da parte di banche, finanziarie o società di recupero: per aiutare i cittadini a comprendere se il debito denunciato dall’istituto esiste, quale importo è legittimo e quali strumenti sono disponibili per tutelarsi legalmente.
Dall’analisi della situazione iniziale fino alla predisposizione di una difesa legale, Legge3.it offre un percorso chiaro, affidabile, costruito su basi normative concrete, per riportare chiarezza dove spesso regna la confusione.
Per approfondire nel dettaglio l’argomento ti consigliamo quindi di leggere l’articolo di Legge3.it, dedicato a cosa possono fare le società di recupero crediti. Una risorsa importante per conoscere i limiti previsti dalla normativa e come difendersi in modo legale.