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Tassi d’interesse e cessione del quinto: è il momento di rinegoziare o rinnovare

Eppure, anche in questo segmento, la variabilità dei tassi d’interesse di mercato può influenzare significativamente la convenienza di rinegoziare o rinnovare il finanziamento.

Nel contesto attuale, i tassi d’interesse mostrano segnali di miglioramento rispetto ai momenti più critici. Ad esempio, nel terzo trimestre del 2025 per i prestiti da estinguersi tramite cessione del quinto lo stipendio o la pensione risultano tassi medi intorno al 13,13% per importi fino a 15.000 €, con una soglia di usura al 20,41%. Per importi superiori ai 15.000 €, invece, il tasso medio scende a circa 9,03% e la soglia di usura a 15,29%. Questi valori indicano che, per chi ha sottoscritto un contratto in un periodo in cui i tassi erano più elevati, oggi può profilarsi un’opportunità di revisione delle condizioni.

Rinegoziare la cessione del quinto: migliorare le condizioni

Se i tassi di mercato sono calati rispetto al momento in cui è stato stipulato il contratto, se il profilo lavorativo o reddituale del richiedente è migliorato, oppure semplicemente se la rata in corso pesa troppo sul bilancio familiare, la rinegoziazione della cessione del quinto può essere una scelta sensata.
In pratica, si tratta di chiedere alla stessa finanziaria di verificare un aggiornamento delle condizioni contrattuali, in particolare un tasso più favorevole, senza necessariamente estinguere il prestito attivo. Se il tasso si abbassa, il risparmio può manifestarsi sotto forma di rata più leggera oppure dello stesso importo ma durata più contenuta. È una manovra che richiede però attenzione: i costi accessori vanno valutati e il tempo residuo del prestito gioca un ruolo rilevante.

Rinnovo della cessione del quinto: nuova liquidità a condizioni aggiornate

Il rinnovo della cessione del quinto comporta l’estinzione anticipata del prestito in corso e la stipula di uno nuovo. È una strada che si apre in presenza di due condizioni favorevoli: da un lato una situazione di tassi più vantaggiosi rispetto a quelli originari; dall’altro, la necessità di nuova liquidità o effettivo miglioramento del profilo del richiedente.
In questo scenario, il rinnovo consente di partire da basi contrattuali aggiornate alle condizioni odierne del mercato e, se opportuno, di ottenere importi aggiuntivi. Ma anche qui la valutazione va fatta con cura: durata complessiva del nuovo prestito, importo residuo del vecchio, costi di estinzione e nuove spese istruttorie sono tutte variabili da ponderare.

Diversa è invece l’opzione della surroga della cessione del quinto, poiché si tratta di una possibilità non applicabile alla logica della cessione del quinto, come approfondito al link suggerito.

Il perimetro della soglia di usura

Un elemento fondamentale nella valutazione è il cosiddetto “tasso soglia di usura”, ossia il limite oltre il quale un tasso applicato diventa automaticamente usurario e quindi illecito. In Italia, per la cessione del quinto, i valori aggiornati al quarto trimestre del 2025 segnalano:

  • per importi fino a 15.000 €: tasso medio circa 13,37% e tasso soglia di usura 20,7125%;
  • per importi oltre 15.000 €: tasso medio circa 9,19% e tasso soglia di usura 15,4875%.

Questi limiti sono stabiliti in base al rilevamento periodico dei tassi medi (TEGM) da parte della Banca d’Italia e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, e rappresentano un elemento di tutela importante per il consumatore.
Pertanto, anche quando si valuta una rinegoziazione o un rinnovo, è utile verificare che la nuova operazione rientri in limiti corretti rispetto a questa soglia: un tasso troppo elevato non solo riduce la convenienza, ma può sollevare questioni di legittimità.

In un contesto in cui i tassi sembrano aver lasciato alle spalle i picchi più onerosi, chi ha una cessione del quinto attiva può trovarsi di fronte a una scelta strategica: rinegoziare o rinnovare per ottimizzare il proprio prestito. Ma la decisione va presa con rigore, considerando non solo il tasso, che oggi è più favorevole rispetto a periodi passati, ma anche la durata residua, il profilo del richiedente, i costi connessi e la soglia di usura applicabile. È chiaro: la variabilità dei tassi non è solo un dato “di mercato”: è un fattore che può trasformare una gestione passiva del credito in un’opportunità di efficienza finanziaria.

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