L’assemblea dei soci di Tim, in programma a Milano, si preannuncia come un evento di grande rilevanza.
Per la prima volta, si svolgerà senza la partecipazione di Vivendi, mentre Poste Italiane assume il ruolo di socio di maggioranza, detentore del 24,8% delle azioni. Questo meeting, che si terrà da remoto e non sarà accessibile ai giornalisti, segnerà un cambiamento significativo per la compagnia e l’intero mercato delle telecomunicazioni italiane. Ma quali saranno le conseguenze di questa nuova configurazione?
Argomenti in discussione e cambiamenti statutari
Tra i punti all’ordine del giorno, spiccano l’approvazione del bilancio e le proposte di remunerazione per i manager. Tuttavia, non si può trascurare la questione cruciale della modifica dello statuto, necessaria per ampliare l’offerta dei servizi a seguito dell’ingresso di Poste nel capitale sociale. Questa modifica ha già ricevuto il via libera dal governo, ma l’Antitrust non ha ancora confermato l’approvazione. Nonostante ciò, non sembra che questo rappresenti un ostacolo, dato che si tratta di un’operazione che non implica fusione. Ma che impatto avrà questo cambiamento sulla strategia futura di Tim?
Un punto di particolare interesse sarà la presenza di Iliad, il gestore francese che ha fatto il suo ingresso nel mercato italiano dopo la fusione tra Wind e Tre. Negli ultimi mesi, si è parlato ampiamente della possibilità di una fusione tra Tim e Iliad, che potrebbe portare a un consolidamento del mercato, riducendo il numero di operatori da quattro a tre. Ma questo sarebbe un vantaggio per gli utenti o un’inquietante concentrazione di potere?
Opportunità di mercato e strategie future
Il consolidamento del mercato delle tlc in Italia è un tema caldo tra i vertici delle aziende del settore, incluso Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim. Una fusione con Iliad non solo aumenterebbe la quota di mercato nel segmento mobile, attualmente intorno al 37%, ma potrebbe anche aprire nuove opportunità nel settore Enterprise, dove i servizi per le aziende rappresentano un’importante area di crescita. Tim ha tentato di alzare le tariffe con abbonamenti premium, ma i risultati sono stati deludenti, data l’alta competitività del mercato italiano. Ti sei mai chiesto perché gli utenti siano sempre alla ricerca dell’offerta migliore?
Le differenze di prezzo tra il mercato italiano e quello statunitense sono evidenti. In Italia, le offerte partono da 6-7 euro al mese, mentre in America un gestore virtuale propone tariffe significativamente più alte. In Francia, per esempio, la compagnia Free offre piani competitivi, mettendo in luce le sfide che Tim deve affrontare per mantenere la propria posizione sul mercato. Come si comporterà Tim di fronte a questa concorrenza?
Progetti infrastrutturali e finanziamenti Pnrr
In preparazione all’assemblea, Tim ha risposto a domande riguardanti i finanziamenti ottenuti tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). La società ha ricevuto 142 milioni di euro per progetti infrastrutturali e 54 milioni per ricerca e innovazione, per un totale di 196 milioni, senza scadenze immediate per i progetti. Inoltre, Tim ha dichiarato di non possedere azioni di risparmio in portafoglio. Quali saranno le prossime mosse della compagnia?
Nonostante un recente calo del 2,4% del titolo in Borsa, dovuto a una corsa nei giorni precedenti, le prossime scelte di Tim rimangono cruciali. La fusione tra FiberCop e Open Fiber potrebbe rappresentare un’opportunità per migliorare l’efficienza e accelerare la realizzazione della rete in fibra ottica, con un potenziale guadagno di 2,5 miliardi di euro. Tuttavia, la tempistica di tale operazione non è sotto il controllo di Tim, e le prossime settimane saranno decisive per comprendere la direzione futura della compagnia. Riuscirà Tim a risollevarsi da questa situazione complessa?