Yoox, storica piattaforma di moda italiana, si trova a fronteggiare una delle crisi occupazionali più gravi della sua storia.
Fondata nel 2000 da Federico Marchetti, l’azienda ha rappresentato un simbolo dell’innovazione italiana, specializzandosi nella vendita online di alta moda in un’epoca in cui l’e-commerce era ancora visto con diffidenza. Oggi, a soli tre anni dall’acquisizione da parte della multinazionale tedesca LuxExperience, Yoox annuncia 211 licenziamenti in Italia, un drammatico ridimensionamento che colpisce circa il 20% della forza lavoro.
Dettagli sui licenziamenti
Inizialmente comunicati all’inizio di settembre, i licenziamenti riguardano diverse sedi dell’azienda. A Zola Predosa, storica sede di Yoox, su 464 dipendenti a tempo indeterminato, ben 31 sono in esubero. A Bologna, su 403 dipendenti, 134 saranno colpiti, mentre a Milano il numero ammonta a 46. Inoltre, sono stati non rinnovati 29 contratti a termine. Questo pesante ridimensionamento si traduce in una crisi occupazionale che impatta duramente il territorio bolognese, dove Yoox è considerata un punto di riferimento industriale.
La motivazione ufficiale dell’azienda è di natura economico-finanziaria. Infatti, il gruppo ha registrato una perdita di 191 milioni di euro nell’ultimo esercizio, portando a perdite complessive superiori ai 2 miliardi di euro negli ultimi due anni. In risposta a questi risultati, LuxExperience ha deciso di attuare una ristrutturazione, che non prevede solo i licenziamenti, ma anche una riduzione significativa delle funzioni operative di Yoox.
Reazione dei sindacati e delle istituzioni
La reazione a questo annuncio è stata immediata. I sindacati di categoria, tra cui Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, hanno definito il piano di licenziamenti “inaccettabile” e “gravissimo”. Hanno denunciato l’assenza di un vero confronto e l’intenzione dell’azienda di procedere senza alcun tentativo di mediazione. Le assemblee sindacali convocate a Bologna e a Milano hanno confermato la volontà di mobilitarsi attraverso proteste e presidi. “Una crisi come questa — affermano i sindacati — andrebbe affrontata con serietà, al tavolo istituzionale, valutando tutte le soluzioni possibili”.
Le istituzioni non sono rimaste a guardare. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha definito i licenziamenti “inaccettabili” durante un question time al Senato, sottolineando l’intenzione del governo di facilitare un confronto tra le parti. Il ministero ha convocato un tavolo per il 23 settembre, con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa che eviti l’impatto sociale di questa decisione drammatica. Anche la Regione Emilia-Romagna ha avviato contatti con l’azienda e le organizzazioni sindacali per tentare di introdurre almeno l’uso degli ammortizzatori sociali, al momento esclusi da LuxExperience.
Un futuro incerto per Yoox
La situazione di Yoox è emblematicamente rappresentativa della fragilità delle eccellenze italiane una volta inglobate in gruppi multinazionali. Per anni, Yoox è stata un “unicorno” italiano, una startup che aveva raggiunto una valutazione superiore al miliardo di dollari. Oggi, si trova a vivere una fase discendente della sua parabola, lasciando sul campo centinaia di lavoratori e mettendo a rischio un know-how tecnologico e logistico che rappresentava un fiore all’occhiello dell’economia digitale nazionale.
In un contesto così difficile, il fondatore Federico Marchetti ha ricordato la figura di Giorgio Armani, recentemente scomparso, uno dei primi a credere nel progetto Yoox. Armani è stato non solo un sostenitore della piattaforma, ma anche una guida per Marchetti nei momenti cruciali della sua carriera.