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Analisi della recessione economica negli Stati Uniti dal 2025

Il dibattito sull’andamento dell’economia statunitense è tornato al centro dell’attenzione, in particolare a causa delle affermazioni di EJ Antoni e Peter St.

Onge, che sostengono che il paese vive una recessione dall’anno. Questo articolo si propone di esaminare le loro affermazioni e i dati economici disponibili in modo critico.

Una delle questioni più rilevanti è se la recessione, che secondo Antoni e St. Onge è iniziata, sia effettivamente terminata. Ad oggi, Dr. Antoni non ha mai comunicato la fine di questa recessione, né ha ritrattato le sue affermazioni iniziali. Questo ha sollevato molte domande e curiosità riguardo all’interpretazione dei dati economici e alla definizione di prodotto interno lordo (PIL).

Definizione e metodologia

Nel mio precedente lavoro, ho cercato di replicare i risultati ottenuti da Antoni e St. Onge, senza successo. Tuttavia, ho iniziato a considerare la possibilità di aver decifrato il deflatore utilizzato da loro. Invece di impiegare il deflatore del PIL fornito dall’Ufficio di analisi economica (BEA), ho deciso di utilizzare un Indice dei prezzi al consumo (CPI) modificato, che ho denominato CPI Antoni-St. Onge.

Composizione del CPI modificato

Questo nuovo CPI è composto da diversi elementi, tra cui il CPI senza rifugio fornito dal Bureau of Labor Statistics (BLS), l’indice dei prezzi delle case Case-Shiller e i tassi dei mutui trentennali. È importante notare che il CPI senza rifugio viene ricalibrato con un valore di riferimento pari a 1 nel 2017, rendendo così più comprensibili i dati deflazionati in termini di dollari del 2017.

Un aspetto che mi ha lasciato perplesso è la ragione per cui il peso attribuito ai prezzi delle case sia fissato a 0,4; per il CPI standard, questo valore è di circa 0,3. Inoltre, per il deflatore PCE, il valore è ancora inferiore. Tuttavia, neanche un peso di 0,3 riesce a replicare i risultati presenti in Figura 3 di Antoni-St. Onge.

Analisi dei dati economici

Dopo aver deflazionato il PIL con questo CPI alternativo, ho ottenuto un quadro interessante. Ho confrontato i risultati con il PIL nominale e il PIL reale fornito dal BEA. È alquanto curioso vedere perché si possa scegliere di deflazionare l’intero PIL usando un indice dei prezzi al consumo, che non è una pratica comune.

Utilizzando i dati più recenti sul PIL nominale, sembra che la recessione, definita come un periodo continuo di crescita positiva del PIL, possa essere terminata attorno alla metà. Tuttavia, questa conclusione richiede ulteriori indagini per confermare se l’interpretazione di Antoni e St. Onge sia corretta.

Proposte per ulteriori aggiornamenti

Sarebbe auspicabile che Antoni e St. Onge rivedessero i loro calcoli, per verificare se la recessione che sostengono sia effettivamente finita. La trasparenza e l’aggiornamento delle proprie analisi sono fondamentali per mantenere la credibilità nel dibattito economico.

In definitiva, mentre la letteratura economica continua a evolversi, è essenziale che gli economisti e i ricercatori lavorino insieme per chiarire la situazione attuale e fornire dati precisi e aggiornati, contribuendo così a una migliore comprensione dell’andamento dell’economia statunitense.

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