Starbucks si trova in un momento cruciale della sua storia, nonostante la recente nomina di Brian Niccol come nuovo amministratore delegato.
Il 13 agosto, gli investitori hanno accolto con entusiasmo questa decisione, sperando in una rapida ripresa grazie all’esperienza di Niccol nel rilanciare marchi di ristorazione in difficoltà. Eppure, le performance dell’azienda non hanno soddisfatto le aspettative, generando un clima di incertezza tra gli azionisti. Ma cosa sta succedendo davvero?
Situazione attuale e reazioni degli investitori
Inizialmente, le azioni di Starbucks hanno registrato un balzo superiore al 21%. Tuttavia, il rendimento complessivo ha mostrato un trend negativo. Le vendite sono calate e il titolo è stato declassato a “underperform” dagli analisti di Jefferies. Questa scelta è stata motivata dall’assenza di obiettivi finanziari chiari da parte di Niccol e dalla crisi del modello di business della catena, in particolare nei mercati statunitensi e cinesi, dove si prevede un calo delle vendite del 6-7% nel 2024. Un quadro preoccupante, non credi?
In aggiunta, gli utili hanno subito un calo del 24% su base annua, un segnale allarmante per chi investe. La reputazione del marchio, un tempo solida, è ora in declino, con feedback negativi da parte di clienti e dipendenti. Molti consumatori percepiscono il costo del caffè come eccessivo e si stanno rivolgendo verso alternative più economiche. Inoltre, l’esperienza di acquisto nei negozi sembra essere cambiata, trasformando gli store in semplici punti di ritiro per ordini effettuati tramite app. È davvero questo il futuro che ci aspetta?
Problemi operativi e impatti esterni
Uno dei problemi principali è il peggioramento del servizio, con tempi di attesa sempre più lunghi. A complicare ulteriormente la situazione, ci sono i dazi del 50% imposti dall’amministrazione Trump sul caffè brasiliano, il maggior produttore mondiale. Gli importatori stanno cercando di smaltire le scorte prima dell’entrata in vigore dei nuovi dazi, ma questa strategia potrebbe non bastare a tamponare i danni economici, creando un ulteriore spirale negativa.
Il downgrade di Jefferies mette in luce le difficoltà del gruppo, senza segni evidenti di miglioramento. Gli analisti avvertono che per risollevare la situazione saranno necessari ingenti investimenti in personale e tecnologia, il che potrebbe intaccare ulteriormente gli utili nel breve termine. La strategia di Starbucks, incentrata sulle bevande calde e sull’esperienza in-store, rischia di apparire superata in un mercato che ora predilige bevande fredde e socializzazione all’aperto. Sarà sufficiente un cambio di rotta per riconquistare i clienti?
Prospettive future e sfide per Brian Niccol
In conclusione, la sfida che si trova ad affrontare Brian Niccol è tutt’altro che semplice. Sebbene l’azione di Starbucks abbia visto un incremento dell’1,4% nell’ultimo anno, questo è stato ben al di sotto della crescita del 4,2% dell’indice S&P 500 per i ristoranti. Gli analisti di Jefferies hanno fissato un target di 76 dollari per azione, molto al di sotto dei 92 dollari attuali. Quali saranno le prossime mosse di Niccol?
Niccol dovrà affrontare non solo le difficoltà interne all’azienda, ma anche le sfide esterne del mercato e le aspettative degli investitori. La sua capacità di ristrutturare e rinnovare Starbucks sarà cruciale per il futuro dell’azienda. Solo il tempo dirà se riuscirà a trasformare le speranze in risultati concreti. Riuscirà a riportare Starbucks sulla retta via? Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti.