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Btp, Btp Italia o Btp Valore: su cosa sono e differenze

Il Btp Valore, tornando in emissione dal 2 al 6 ottobre, si presenta come un’opzione più vantaggiosa rispetto alle alternative già disponibili sul mercato secondario, come il Btp Italia e il Btp tradizionale? Sebbene le specifiche effettive del nuovo titolo dedicato alle famiglie saranno rivelate solo il prossimo 29 settembre, alcune caratteristiche del Btp Valore sono già state annunciate, in quanto riprendono quelle della precedente emissione con scadenza a giugno 2027.

La durata di cinque anni del Btp Valore che sarà emesso nell’ottobre prossimo rappresenta un anno in più rispetto al suo omologo collocato a giugno. Questa scadenza a medio termine è indicata per gli investitori che prevedono di affrontare spese o effettuare investimenti importanti al termine di tale periodo. Infatti, per gestire il rischio in modo adeguato, i consulenti consigliano di allineare la durata del titolo con la data in cui il capitale investito dovrà tornare disponibile al risparmiatore.

Per comprendere quale Btp sia la scelta migliore, è opportuno porsi alcune domande sul risultato desiderato. Si desidera ottenere la massima flessibilità, protezione dall’inflazione o una rendita periodica più elevata? Cercheremo di rispondere a questi interrogativi.

Tutti i BTP hanno in comune lo stesso emittente, lo Stato italiano. Pertanto, il rischio più importante da tenere in considerazione è la possibilità, non esclusa a priori, che il Paese diventi insolvente prima della data di scadenza del bond. Questo rischio non cambia se si sceglie un Btp Italia, un Btp Valore o qualsiasi altro titolo di Stato italiano. Pertanto, nella selezione delle obbligazioni, potrebbe essere saggio guardare oltre l’Italia e cercare altri paesi potenzialmente con un rating più affidabile.

Oltre all’emittente comune, ciò che differenzia i diversi Btp sono i meccanismi su cui viene calcolata la performance. In particolare, le differenze più profonde sono quelle che dividono il Btp Italia dal Btp tradizionale e dal Btp Valore.

Il Btp Italia emesso lo scorso marzo offre una cedola minima garantita del 2% annuo, a cui si aggiunge una componente che aumenta proporzionalmente al tasso di inflazione per le famiglie di operai e impiegati (indice Foi). Se l’inflazione aumenta, il rendimento obbligazionario si adegua a tale aumento, garantendo la tutela del potere d’acquisto dell’investimento effettuato. Se l’obiettivo è proteggere l’investimento da possibili aumenti di prezzo, Btp Italia è la scelta migliore.

Tuttavia, la protezione dall’inflazione non coincide necessariamente con la migliore performance. Il Btp Italia emesso a marzo, ad esempio, ha pagato la scorsa settimana la prima cedola semestrale, deludendo alquanto le aspettative: il rendimento lordo è stato dell’1,342%, di cui l’1% corrisponde al rendimento minimo garantito (ovvero la metà del 2% annuo) e il resto dello 0,342% corrisponde all’aggiustamento dell’indice Foi, cioè all’aumento del costo della vita nel semestre considerato. L’aggiustamento non è stato particolarmente significativo perché, dopo marzo, il calo dei prezzi dell’energia ha frenato l’inflazione. Se l’inflazione fosse salita di più, sarebbe successa la stessa cosa anche alla cedola del Btp Italia.

Il Btp Valore, come il Btp tradizionale, non protegge dal rischio di inflazione: l’importo della cedola è previsto in anticipo e non viene adeguato al costo della vita. Pertanto, un calo particolarmente rapido dell’inflazione premierebbe maggiormente gli investitori che avevano scelto una cedola che non si adeguava all’inflazione. Al contrario, un rialzo inatteso del prezzo metterebbe in evidenza le qualità di tutela del potere d’acquisto del Btp Italia.

Btp o Btp Valore: scegliere la giusta opzione di investimento

Quando si tratta di scegliere tra Btp e Btp Valore, la soluzione tradizionale sembra più semplice. Il tasso cedolare viene comunicato prima dell’emissione e rimane lo stesso fino alla scadenza dell’obbligazione.

Il Btp Valore, invece, non ha una cedola fissa. Aumenta invece secondo un programma prestabilito. Il Btp Valore emesso a giugno offriva una cedola pari al 3,25% per il primo biennio e al 4% per il terzo e quarto anno. La prossima emissione avrà un meccanismo diverso in quanto la durata del Btp Valore passerà da quattro a cinque anni.

È meglio scegliere un tasso cedolare fisso o un tasso step-up? Generalmente, a parità di tasso cedolare e durata media del titolo, sarebbe preferibile l’opzione fissa. Ricevere un tasso cedolare più elevato nei primi anni consente un reinvestimento più redditizio dei fondi. Questa è la teoria, ma in pratica la differenza tra una durata quadriennale e una durata quinquennale non è significativamente sostanziale. Inoltre, il Tesoro ha bilanciato questo inconveniente premiando chi ha scelto il Btp Valore con un rendimento complessivo più elevato. Attraverso una combinazione di tassi cedolari e premi fedeltà, gli investitori in Btp Valore hanno ricevuto un rendimento superiore dello 0,2% rispetto all’alternativa tradizionale, supponendo che abbiano acquistato l’obbligazione durante l’emissione e l’abbiano mantenuta fino alla scadenza. Questo vantaggio però scompare se il Btp Valore viene venduto prima della scadenza, in quanto l’investitore perde il diritto a ricevere il rendimento extra dello 0,5% (il premio fedeltà), che non può essere rivendicato nemmeno dagli investitori che acquistano il titolo sul mercato secondario. In sintesi, per gli investitori che non intendono vendere il titolo prima della scadenza, Btp Valore offre qualcosa in più.

Cosa possiamo aspettarci dal rendimento del nuovo Btp Valore con scadenza ottobre 2023? Considerando gli attuali valori di mercato dei Btp a 5 anni (al 19 settembre), un premio di 20 punti base sulla prossima emissione del Btp Valore a ottobre potrebbe tradursi in un rendimento a scadenza del 4,2%, compresi i tassi cedolari e il premio di fedeltà.

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