In effetti, il mercato azionario mette a disposizione un potenziale di crescita del capitale che difficilmente si trova in strumenti più tradizionali come i conti deposito o i buoni fruttiferi. Ma, anche se i rendimenti sono più elevati, ci sono maggiori oscillazioni, che possono spaventare chi si avvicina per la prima volta a questo mondo.
Anche i principianti, però, con le informazioni corrette, possono imparare a gestire queste situazioni e a cogliere tutte le opportunità che le azioni offrono. Come partire da zero e muovere i primi passi in modo prudente, quindi?
Indice dei contenuti:
Che cos’è un’azione (in parole semplici)
Per capire che cos’è un’azione, si può immaginare una grande torta che rappresenta un’azienda. Comprare un’azione vuol dire acquistare una piccolissima fetta di quella torta. Chi possiede un’azione diventa a tutti gli effetti un socio (o azionista) di quella società, perché acquisisce una quota della sua proprietà.
Ma come si guadagna? Principalmente in due modi:
- apprezzamento del prezzo (plusvalenza) – se l’azienda va bene, cresce e genera profitti, il valore della “fetta” può aumentare. Se si compra un’azione a 10 euro e il suo prezzo sale a 15 euro, vendendola si realizza un guadagno di 5 euro. Questo è il meccanismo più comune;
- dividendi – alcune aziende decidono di distribuire una parte dei loro profitti agli azionisti. Questo pagamento periodico (spesso annuale o trimestrale) è chiamato dividendo e rappresenta un reddito extra per l’investitore.
Le azioni si comprano e si vendono in un mercato regolamentato, la Borsa, durante specifici orari di negoziazione. Da questo si comprende che comprare azioni non è come un gratta e vinci: dietro ogni azione c’è un’azienda reale, con dipendenti, prodotti e strategie di cui tenere conto.
Cinque cose da sapere prima di comprare
Prima di procedere, ci sono alcuni concetti fondamentali che ogni investitore all’inizio deve metabolizzare. Chi si chiede, in particolare, cosa sapere prima di comprare azioni, dovrebbe tenere in considerazione questi aspetti, che rappresentano il vero primo passo per un investimento azionario per principianti di successo.
Rischio e volatilità
Il valore delle azioni non sale in linea retta. Può aumentare, ma anche diminuire, a volte in modo rapido e imprevedibile. Questa oscillazione di prezzo si chiama volatilità. Sono vari gli aspetti che possono influenzare il prezzo di un titolo, dalle notizie economiche ai risultati aziendali. Accettare questa realtà è fondamentale.
Per gestire la volatilità, serve un orizzonte temporale adeguato, solitamente non inferiore a 5-7 anni. Questo arco di tempo permette di considerare con attenzione i ribassi temporanei, dando al mercato il tempo di riprendersi e agli investimenti di crescere. Investire in azioni il denaro che potrebbe servire tra sei mesi è, quasi sempre, una pessima idea.
Diversificazione
Puntare tutti i propri risparmi su una sola azione è come scommettere tutto su un unico numero: estremamente rischioso. Se quell’azienda dovesse avere problemi, l’intero capitale ne risentirebbe. La diversificazione dei rischi nelle azioni è la strategia più efficace per mitigare questo pericolo. Quindi, bisognerebbe:
- investire in un paniere di almeno 8-10 società diverse;
- scegliere aziende che operano in settori differenti (ad esempio, tecnologico, sanitario, energetico, beni di consumo);
- considerare anche una diversificazione geografica.
In questo modo, se un settore o un’area geografica attraversano una crisi, le buone performance degli altri investimenti possono compensare le perdite.
Costi di intermediazione
Comprare e vendere azioni non è gratuito. Bisogna sempre tenere conto dei costi dei broker per le azioni, che possono erodere una parte dei guadagni, soprattutto se si opera con piccole somme.
Le principali voci di costo sono le commissioni di transazione (una spesa fissa o in percentuale per ogni operazione di acquisto o vendita), lo spread denaro-lettera (la piccola differenza tra il prezzo a cui si può vendere e quello a cui si può comprare) e, in alcuni casi, un’imposta di bollo sul deposito titoli. Un buon broker è trasparente su tutti questi costi.
Fiscalità
Quando si guadagna da un investimento azionario, una parte di quel profitto va allo Stato. In Italia, la tassazione plusvalenze 26% si applica sui guadagni (le plusvalenze) realizzati dalla vendita di azioni. Ad esempio, se si compra a 1000 euro e si vende a 1500 euro, si realizza una plusvalenza di 500 euro. Su questa cifra, bisogna pagare il 26%, ovvero 130 euro.
È importante sapere che le eventuali perdite possono essere utilizzate per ridurre le tasse sulle plusvalenze future, ma solo per i successivi quattro anni.
Conoscenza dell’azienda
Non si comprerebbe mai un’auto senza guardare il motore o fare un giro di prova. Lo stesso principio vale per le azioni. Prima di investire, bisognerebbe dedicare un po’ di tempo a capire cosa fa l’azienda, in quale settore opera e quali sono i suoi obiettivi.
Non serve essere analisti finanziari. Si può iniziare leggendo i bilanci semplificati, guardando se i ricavi sono in crescita e se il modello di business è solido. Non si deve investire solo perché un’azione va “di moda” o perché ne parlano tutti: spesso è proprio quando un titolo è sulla bocca di tutti che il suo prezzo è già molto alto.
Come prepararsi al primo acquisto: mini-guida
Il primo passo è definire in modo chiaro l’obiettivo. Investire per comprare casa tra 10 anni? Per creare una piccola rendita integrativa? Un obiettivo preciso aiuta a definire con cura l’orizzonte temporale e la strategia corretta.
Prima ancora di investire in Borsa, è utile assicurarsi di avere un fondo di emergenza. Si tratta di una somma liquida, su un conto corrente o un conto deposito svincolabile, pari a 3 o 6 mesi delle spese correnti. Con un cuscinetto di questo tipo si potrà evitare di vendere le azioni in un momento sfavorevole per far fronte a una spesa imprevista.
La scelta del broker è fondamentale: si valutano la trasparenza dei costi, l’affidabilità della piattaforma, la qualità dell’app mobile e se fornisce un report fiscale.
Non è necessario iniziare con grandi capitali. Anzi, è saggio partire con piccole somme per prendere confidenza con tutti gli strumenti. Un’ottima alternativa è costituita dal Piano di Accumulo del Capitale, che permette di investire un importo fisso a intervalli regolari (ad esempio, 100 euro al mese). Così si può mediare il prezzo di acquisto e si può ridurre il rischio di entrare sul mercato in un momento “sbagliato”.
Infine, una volta effettuato l’investimento, bisogna resistere alla tentazione di controllare il portafoglio ogni giorno. Si possono impostare degli alert di prezzo, ma è sufficiente una revisione trimestrale o semestrale per assicurarsi che la strategia sia ancora allineata agli obiettivi personali.
Molti scelgono delle soluzioni gestite per delegare complessità di questo tipo. Ad esempio, è possibile investire in azioni con Moneyfarm, un modo per cogliere le opportunità dei mercati con investimenti in società che nel prossimo futuro saranno davvero protagoniste, affidandosi a esperti del settore.
Errori tipici da evitare
Il percorso dell’investitore è caratterizzato anche da alcune trappole psicologiche. Conoscerle è il primo passo per evitare di cadere in queste situazioni:
- FOMO – è la paura di perdere l’occasione del secolo: porta a comprare il “titolo del momento” quando il suo prezzo è già alle stelle, spesso poco prima di un crollo;
- panic selling – è l’impulso opposto: al primo ribasso significativo, ci si fa prendere dal panico e si vende tutto, consolidando una perdita che forse sarebbe stata temporanea;
- trascurare costi e tasse – concentrarsi solo sul rendimento lordo senza considerare l’impatto di commissioni e imposte è un errore che riduce il guadagno netto finale;
- ignorare la componente emotiva – è forse l’errore più grande: il mercato mette alla prova i nervi, la migliore difesa contro le decisioni impulsive è avere una strategia chiara e seguirla con costanza.
Mini case study
Si può pensare, per comprendere i meccanismi dell’investimento, all’esempio di due risparmiatori, Anna e Marco, che investono entrambi 5000 euro. Marco, attirato dalle notizie su un’azienda tecnologica “rivoluzionaria”, decide di investire l’intera somma su quel singolo titolo. Anna, invece, decide di diversificare. Acquista azioni di 10 aziende diverse, che operano in vari settori, come il bancario, l’energetico e i beni di consumo.
Dopo tre anni, il mercato ha avuto alti e bassi. Il titolo di Marco ha vissuto delle vere e proprie montagne russe: crescite esaltanti seguite da crolli spaventosi. Il portafoglio di Anna, invece, ha avuto un andamento molto più stabile: quando un settore andava male, un altro compensava.
Alla fine del periodo, con una performance di mercato media, entrambi potrebbero trovarsi con un capitale simile, ma Anna ha vissuto l’esperienza con serenità, a differenza di Marco. La diversificazione, quindi, non serve solo a proteggere il capitale, ma anche il benessere dell’investitore.
Le basi solide per investimenti di successo
Iniziare a investire in azioni può essere, quindi, un’avventura ricca di entusiasmo, a patto che si affronti tutto con preparazione. Non esiste una formula per arricchirsi velocemente. Il successo deriva dalla comprensione che il tempo è il più grande alleato, la diversificazione è uno scudo di protezione e la disciplina è il modo per orientarsi.
Conoscere i rischi, i costi e il proprio orizzonte temporale è molto più importante che cercare di prevedere l’andamento del mercato. Con queste basi così solide, anche un principiante può costruire un futuro finanziario forte, un’azione alla volta.
