Negli ultimi due mesi, il mercato delle criptovalute ha vissuto un drastico crollo, con una perdita di oltre un terzo del suo valore complessivo.
Questo fenomeno sembra essere innescato da una serie di fattori che coinvolgono, in particolare, le piccole aziende innovative e un riposizionamento generale degli investitori verso asset meno rischiosi.
Il fenomeno è stato definito dal Wall Street Journal come un nuovo crypto-inverno. La moneta digitale più famosa, il Bitcoin, ha subito un notevole calo, scendendo sotto la soglia critica degli 85.000 dollari, con una perdita che supera l’8% in un solo giorno. Questo è solo l’ultimo di una serie di eventi che hanno portato la criptovaluta a perdere circa un terzo del suo valore dal picco storico di circa 125.000 dollari, raggiunto lo scorso ottobre.
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Cause del crollo delle criptovalute
Le cause di questo preoccupante crollo sono molteplici. La ragione principale sembra essere un riposizionamento degli investitori, che stanno riducendo la loro esposizione a titoli considerati più rischiosi. Oltre al Bitcoin, anche altre criptovalute come Ether e Solana stanno seguendo la stessa traiettoria discendente. I titoli legati al settore, come Coinbase, hanno visto una diminuzione significativa, mentre le aziende accumulate di token in bilancio, come BitMine, stanno affrontando perdite a doppia cifra.
Il ruolo delle startup tecnologiche
Le startup tecnologiche non redditizie, le SPAC speculative e le meme stock sono tra i principali soggetti che stanno disinvestendo dalle criptovalute. Patrick Horsman, chief investment officer di BNB Plus, ha dichiarato che è possibile che il Bitcoin possa scendere ulteriormente, fino a toccare i 60.000 dollari. Questa situazione non è nuova, poiché in passato il Bitcoin ha visto perdite anche superiori all’80% durante i periodi di crisi.
Una crisi senza scandali
Ciò che rende questa crisi particolare è l’assenza di scandali o eventi catastrofici come quelli che hanno caratterizzato i precedenti crolli, come le crisi di Mt. Gox o FTX. Questo fattore, sebbene rassicurante per alcuni investitori, rende difficile spiegare la rapida inversione di tendenza del mercato. Si registrano anche segnali di tensione provenienti da Strategy, la società di Michael Saylor, nota per la sua corsa al Bitcoin finanziata a debito. Quest’ultima ha recentemente raccolto 1,44 miliardi di dollari attraverso una vendita di azioni, per far fronte alle obbligazioni future, e ha manifestato, per la prima volta, la possibilità di vendere parte delle proprie riserve di Bitcoin.
Il futuro delle criptovalute
La vendita di 650.000 Bitcoin, pari a 56 miliardi di dollari, è un segnale che ha inquietato ulteriormente i mercati. Le azioni di Strategy, già dimezzate dall’inizio dell’anno, hanno subito un ulteriore calo del 3% in un solo giorno. Questo contesto di incertezza ha portato a un clima di sfiducia tra gli investitori, molti dei quali stanno cercando di rifugiarsi in asset più stabili.
In aggiunta, il governo sta considerando di congelare l’aumento della tassazione sulle criptovalute, attualmente fissata al 26%, ma con un aumento previsto al 33% dal 1° gennaio 2026. Diverse forze politiche stanno presentando emendamenti per bloccare questa variazione, cercando di posticipare l’aumento di un anno. La Lega, in particolare, sta spingendo per rinviare la modifica al 2027, evidenziando l’importanza di mantenere un ambiente favorevole per le criptovalute.

