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Esportazioni in calo

Brusco calo dell’export cinese a gennaio, colpito dalla crisi globale.

Le esportazioni affondano del 17,5% annuale, dopo un calo del 2,8% a dicembre. Crollano anche le importazioni che calano del 43,1% annuale, a gennaio dopo il -21,3% di dicembre. la discesa a picco dell’import sa salire a gennaio il surplus commerciale a 39,1 miliardi di dollari, il secondo di sempre dopo i 40,1 miliardi di dollari di novembre. Il tonfo dell’export a gennaio e’ legato soprattutto alla crisi delle piccole e medie imprese. Finora infatti gli ordini dall’estero nel sud della Cina e in particolare nell’area di Guangdong, dove si concentrano un terzo delle esportazioni cinesi, sono calati poco, anche se la stretta creditizia ha costretto molte piccole imprese a chiudere. L’associazione delle piccole e medie imprese di Hong Kong, che raggruppa 60 mila aziende, fa sapere che solo il 5% delle imprese sono in pericolo. “Ci aspettiamo un calo degli ordini – spiega Danny Lau, presidente dell’associazione – La situazione si sta facendo molto difficile, i margini di profitto potrebbero restringersi dal 10% al 5-8%”. La crisi sta quindi mettendo in difficolta’ soprattutto le piccole e medie imprese, mentre i grandi gruppi, nonostante il rinvio di molti ordini dall’estero, reggono. A fronte di un raffreddamento degli ordini dall’estero i costi di produzione sono calati, grazie all’abbassamento del prezzo delle materie prime e del costo del lavoro. Le imprese infatti possono contare su abbondanti flussi migratori e dunque su un ampio serbatoio di manodopera a basso prezzo. Si stima che le imprese del Guangdong taglieranno circa del 20% la loro forza lavoro nei prossimi due mesi e che 2,6 milioni di lavoratori emigranti resteranno senza lavoro.

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