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Lavoratori, le vostre buste paga saranno sempre più leggere

I dati diffusi in chiusa d’anno sulle retribuzioni dei lavoratori italiani non sono incoraggianti.

Sembra infatti che gli stipendi resteranno fermi al palo per colpa, ancora una volta, dell’inflazione.
I dati diffusi dal rapporto Ires Cgil sull’andamento dei salari in Italia ed in Europa non sono difatti incoraggianti, visto che si prevede che l’inflazione toccherà quota 3,4%, con le retribuzioni che oscilleranno tra il 3,4 e il 3,5%, in perfetta linea con la stessa inflazione dunque.
La crisi quindi colpisce e danneggia le buste paga dei lavoratori, mentre il gap tra i vari livelli retributivi cresce in maniera esponenziale.
Megale, di Cgil, denuncia, infatti come il reddito disponibile per imprenditori e liberi professionisti sia aumentato tra il 2002 e il 2008 mediamente di 9,000 euro, mentre quello di operai e di impiegati si sia incrementato di solo 1,600-1,7000 euro.
Poco incoraggianti anche le previsioni sul livello dei consumi per il 2009 che scenderà, sempre stando alle previsioni del rapporto Ires, ancora di più a causa del calo della produzione industriale, dell’aumento della cassa integrazione e della perdita di numerosi posti di lavoro.
L’unica soluzione per il rappresentante della Cgil sarebbe quello di un forte intervento da parte del Governo, orientato a sostenere i redditi da lavoro e le pensioni contro questa recessione imperante.
Non sembra, però, che al momento gli auspici dei sindacati siano stati accolti, visto che il Governo non ha né restituito il fiscal drug, pari a 360 euro per ogni lavoratore, nè detassato le tredicesime, ma abbia, invece, provveduto ad un aumento delle tasse di circa lo 0,4-0,5%.
Indispensabile quindi una immediata riduzione delle tasse e l’attuazione di una serie di interventi volti a colmare le diseguaglienze retributive che la crisi economica ha contribuito ad allargare.

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