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Ophelia Snyder: Pioniera Innovativa nel Mercato delle Criptovalute

Nel 2013, Ophelia Snyder entra per la prima volta in contatto con il termine Bitcoin.

Era un periodo in cui l’idea di una valuta digitale cominciava a farsi strada, ma il suo potenziale era ancora poco compreso. Solo cinque anni dopo la pubblicazione del protocollo di Satoshi Nakamoto, Ophelia si ritrova a New York, insieme a sua madre, a guardare un documentario che analizza la crisi finanziaria del 2008. Le immagini della bolla immobiliare e del fallimento di Lehman Brothers la colpiscono profondamente. Mentre riflettono sulla crisi del sistema finanziario, la madre di Ophelia le chiede: «Hai mai sentito parlare di Bitcoin?»

«Non ne avevo mai sentito parlare», racconta Ophelia, sottolineando come sua madre avesse già compreso l’importanza di quella tecnologia emergente. Sebbene avesse intuito il potenziale economico, Ophelia si scontra con una realtà difficile: non esistevano strumenti finanziari trasparenti e affidabili per investire in criptovalute. Quella frustrazione, che inizialmente era solo personale, diventerà il motore della sua futura carriera imprenditoriale.

Le origini e il percorso verso la finanza

Originaria di New York, Ophelia ha vissuto tra gli Stati Uniti e Roma, figlia di una madre romana e di un padre newyorkese, con radici fiorentine. Nonostante il suo background, ammette che il suo incontro con il mondo della finanza non è stato entusiasta. Dopo aver frequentato l’università di Stanford, dove studiava biologia marina con l’aspirazione di diventare documentarista, si rende conto che ciò che la appassiona di più non sono le immagini, ma l’analisi dei dati e la creazione di storie attraverso i numeri.

Il passaggio al venture capital

Il suo primo contatto con il mondo finanziario avviene in un fondo di venture capital a Sand Hill Road, nella Silicon Valley. Qui inizia a valutare nuove start-up, ma la sua curiosità la spinge a tornare a New York per approfondire le sue conoscenze tramite un master in investment banking. Tuttavia, questa esperienza non si rivela soddisfacente: «Non ero una brava investment banker», ammette. La ripetitività del lavoro non le consente di affrontare le sfide complesse che desiderava.

Nonostante ciò, acquisisce competenze fondamentali per la sua futura carriera, imparando a interpretare contratti e prospetti, e a visualizzare la finanza in modo complesso e tridimensionale. Queste abilità si riveleranno utili quando, anni dopo, dovrà redigere il prospetto per 21Shares.

La nascita di 21Shares

Il sogno di Ophelia non è mai stato quello di fondare un’azienda, ma piuttosto di risolvere problemi complessi. La sfida principale nasce dalla necessità di sua madre e di Hany Rashwan, il suo futuro cofondatore, di investire in criptovalute. Frustrati dall’offerta di strumenti costosi e poco chiari, si pongono una domanda cruciale: «Se non esiste, perché non crearlo?».

Così nasce 21Shares, non come una startup visionaria, ma come una risposta concreta a un’esigenza di mercato. Prima di costruire un prodotto, il team analizza 27 giurisdizioni per individuare dove un ETP su criptovalute potesse essere legittimamente creato. La risposta si rivela essere la Svizzera, un contesto ideale per l’innovazione. Nonostante Ophelia fosse negli Stati Uniti, la sua mancanza di conoscenza della lingua e il contesto stagnante degli ETP in America non la fermano.

Le sfide dell’industria cripto

«Stavo costruendo un ETF senza averne mai comprato uno», ricorda. Il processo di apprendimento è stato estremamente ripido, con molti che pensavano che fosse impossibile. Tuttavia, 21Shares si afferma come pioniere nella creazione di prodotti cripto fisicamente collateralizzati. Il mercato statunitense seguirà solo nel 2025, mentre l’azienda si afferma in Europa.

Operare in un settore così volatile e poco regolamentato comporta un costante confronto con l’incertezza. Ophelia sceglie un approccio basato su disciplina finanziaria, trasparenza e dialogo con i regolatori. Questo approccio, sebbene possa comportare la rinuncia a guadagni rapidi, consente a 21Shares di attraversare più cicli di mercato e costruire fiducia nel brand.

Un futuro promettente

Le radici italiane di Ophelia rimangono un punto di riferimento nella sua visione imprenditoriale. Sottolinea l’importanza della qualità, della reputazione e delle relazioni: «In Italia, questi valori contano», afferma. L’Italia è stata uno dei primi mercati istituzionali ad adottare 21Shares, rappresentando per lei anche un legame personale.

«Non ne avevo mai sentito parlare», racconta Ophelia, sottolineando come sua madre avesse già compreso l’importanza di quella tecnologia emergente. Sebbene avesse intuito il potenziale economico, Ophelia si scontra con una realtà difficile: non esistevano strumenti finanziari trasparenti e affidabili per investire in criptovalute. Quella frustrazione, che inizialmente era solo personale, diventerà il motore della sua futura carriera imprenditoriale.0

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