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Stablecoin: strumenti di evasione per reti criminali e soggetti colpiti da sanzioni

Negli ultimi anni, l’uso degli stablecoin ha acquisito popolarità non solo tra investitori e innovatori, ma anche tra reti criminali e soggetti sanzionati.

Questa tendenza rappresenta un’evoluzione significativa nella storia dell’evasione dei controlli finanziari.

Gli stablecoin sono criptovalute il cui valore è legato a un’attività di riferimento stabile, come il dollaro americano. La loro natura permette di effettuare transazioni in modo rapido e discreto, rendendole particolarmente attraenti per chi opera al di fuori della legalità.

Storia e utilizzo degli strumenti di evasione

Per decenni, i criminali hanno utilizzato beni come diamanti, oro e opere d’arte per nascondere e trasferire asset illeciti. Questi beni, sebbene difficili da tracciare, presentavano svantaggi significativi: erano fisicamente ingombranti e complicati da convertire in liquidità. Con l’avvento degli stablecoin, queste limitazioni stanno rapidamente svanendo.

Come funzionano gli stablecoin

Il funzionamento degli stablecoin è relativamente semplice: per ogni unità emessa, dovrebbe esistere un corrispondente asset di riserva. Questo meccanismo riduce la volatilità tipica di altre criptovalute, consentendo una maggiore stabilità. I più noti includono Tether (USDT) e USD Coin (USDC), entrambi ancorati al dollaro.

Le conseguenze geopolitiche dell’uso degli stablecoin

La crescente adozione degli stablecoin da parte di soggetti sanzionati, come oligarchi russi e gruppi terroristici, sta minando l’efficacia delle sanzioni tradizionali. Un rapporto di Chainalysis stima che circa 25 miliardi di dollari di transazioni illecite siano avvenute annualmente tramite stablecoin. Questo spostamento di valore al di fuori del sistema bancario tradizionale rende le sanzioni sempre meno efficaci.

Un nuovo paradigma di movimento del denaro

Tradizionalmente, il flusso di denaro seguiva il percorso: dollaribancheinfrastrutture di pagamentocontrolli normativi. Con l’emergere degli stablecoin, questa catena può essere aggirata, consentendo un movimento di fondi più rapido e meno controllato.

Il caso emblematico di WantToPay

Un esempio recente di come gli stablecoin possano essere utilizzati per eludere i controlli è rappresentato dalla società WantToPay, che ha emesso carte di pagamento ricaricabili tramite stablecoin, senza richiedere alcun controllo di identità. Questo sistema ha permesso a molti di accedere a servizi online che altrimenti sarebbero stati inaccessibili a causa delle sanzioni.

Un’indagine condotta dal New York Times ha rivelato come WantToPay collaborasse con una fintech brasiliana, Dock, per emettere carte Visa, creando una rete complessa e difficile da controllare. Questo caso evidenzia l’inefficienza dei sistemi di regolamentazione attuali nel tenere il passo con l’innovazione nel settore finanziario.

La risposta delle autorità

In risposta all’emergere di simili pratiche, gli Stati Uniti hanno introdotto il GENIUS Act, mirando a regolamentare il settore degli stablecoin e migliorare i controlli anti-riciclaggio. Tuttavia, la legge si applica principalmente alle piattaforme con sede negli Stati Uniti, lasciando aperte le vie per movimenti di denaro attraverso exchange offshore e protocolli di finanza decentralizzata.

Gli stablecoin offrono opportunità per un sistema finanziario più efficiente e accessibile, ma rappresentano anche una sfida significativa per le autorità di regolamentazione, che devono affrontare le nuove realtà del crimine finanziario in un mondo sempre più digitale.

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